Volvo 850 Estate: l’auto familiare (da corsa) meno familiare che sia mai esistita.
Le è bastato solo un anno per diventare una leggenda: prima nel BTCC, e poi nell’intero mondo delle corse automobilistiche. Potete chiamarla bara, monolocale, camporella notturna, ufficio su ruote, insomma.. chiamatela come ca...rota vi pare, ma la Volvo 850 Estate è una vettura per famiglie trasformata in un razzo da pista. Naturalmente non adatta ai deboli di cuore.
Ok, fermi tutti: so cosa starete pensando. Una station wagon trasformata in una vettura da corsa? Esatto. Ed è proprio quello che in quel di Göteborg hanno pensato di fare. Ora, non so con precisione come sia andata la riunione per decidere quale vettura portare al BTCC (British Touring Car Championship), ma io me la sono immaginata così: “Dai ragazzi, siamo riusciti ad iscriverci al campionato inglese. Ora dobbiamo solo decidere che auto portare per essere quanto più competitivi possibile”. E tra una proposta e l’altra, una mezza litigata e qualche parolaccia, arriva l’ultimo ingegnere, rigorosamente in ritardo, spalanca la porta e se ne esce con: “Ma se portassimo la Volvo 850 Estate?” A tale proposta, tutti si sono guardati intensamente per qualche secondo e la risposta dei presenti, nessuno escluso, è stata: “Dai, facciamolo".
Così, l’allora vice presidente di Volvo, Martin Rybeck, ordinò la produzione di un prototipo da competizione che si basasse sulla nuova 850. Gli ingegneri dovettero prendere come telaio quello della Estate. Per lo sviluppo delle parti meccaniche, la casa di Göteborg si rivolse ad una azienda inglese specializzata nelle elaborazioni da corsa, la TWR (Tom Walkinshaw Racing), fallita nell’ormai lontano 2002, quasi due decenni fa. Per quanto riguarda il motore, la TWR prese quello della T-5R e lo migliorò. Prima di parlare delle modifiche, ritengo sia opportuno citare qualche dato tecnico della campionessa svedese del tragitto “casa-scuola-lavoro-casa”.
A quanto pare in Svezia non si sono posti limiti: motore cinque cilindri in linea montato trasversalmente, 20 valvole, 2319 cc, turbo, 240 CV ed uno strepitoso cambio manuale a 5 marce. Vilken show! Ovvero “Che spettacolo” in svedese. Se hai il bisogno di fare qualcosa di grosso, ti serve spazio e sei una persona che ha tanta pazienza quanto Vittorio Sgarbi quando viene interrotto da qualcuno ripetutamente, allora il Volvone tuttofare è ciò che fa per te.
Il motore cinque cilindri, per essere adattato ai regolamenti del BTCC, è stato ridotto di cilindrata (da 2.3 a 2.0 litri), aumentato di potenza (da 240 a 280 CV a 8500 giri/min) e privato della turbina, divenendo così un cinque cilindri aspirato. Il cambio manuale è stato rimosso ed al suo posto è stato montato un cambio sequenziale X-Trac a sei marce. Era dotata di quattro freni a disco Brembo autoventilanti, pneumatici Dunlop e cerchi OZ da 18”. Durante la preparazione degli esemplari da corsa, vennero effettuati dei test nella galleria del vento. I risultati non sono mai stati dichiarati, al solo scopo di non mostrare alle altre squadre i propri segreti. L’unico elemento che si nota, è il risultato finale, che si è rivelato incredibilmente efficace, molto probabilmente per il tetto piatto della vettura, che garantiva una migliore downforce rispetto alla versione berlina, che vedremo più avanti. Insomma, è un po’ la storiella dell’ingrediente segreto del piatto della nonna che non deve trapelare. TWR aveva un contratto di tre anni con Volvo, dal 1993 al 1996, ed aveva il compito di preparare le vetture da competizione.
I piloti che dovevano guidare questo vero e proprio razzo tutto arrosto e niente fumo, erano l’ex pilota di Formula 1 Jan Lammers ed il pilota di casa Rickard Rydell per la stagione del 1994.
Quell’anno per Volvo è stato ottimo. La qualifica migliore della stagione è stato un terzo posto per entrambi i piloti ed un quinto posto in gara. Si sono piazzati sesti nella classifica campionato costruttori. Un gran bel risultato come esordio, nulla da dire. Quanto alle abilità della vettura, nelle curve veloci andava come un treno, senza alcun problema di sorta, tutto filava liscio come l’olio. Il problema sorgeva però nelle curve strette e lente, poiché la vettura presentava evidenti problemi di aderenza e trazione, dovuti per lo più al bizzarro bilanciamento dei pesi, ma al tempo stesso efficace, di questa Volvo.
Terminata la stagione, Lammers ha deciso di lasciare il campionato BTCC poichè si sentiva troppo a disagio nel guidare le vetture da turismo. Aggiunse inoltre, che la differenza tra la 850 Estate e la T-5R era minima, dato che ne possedeva una. Alcuni piloti di quell’anno paragonarono il monolocale ad “un’auto da fornaio”. Okay, questo soprannome mi piace, aggiungetelo senza problemi ai tantissimi soprannomi che vengono attribuiti alla 850. Un ulteriore dettaglio dichiarato da molti piloti era il seguente: “Essere superati da una vettura che consegna pizze a domicilio non è affatto divertente”. Ironia della sorte, si sono divertiti come matti ad esporre il loro pensiero. Ad essere sincero, pure io mi farei superare tranquillamente da una vettura che consegna pizze a domicilio. Per quanto riguarda le 850 Estate, pare che queste siano state tutte quante distrutte dalla Volvo stessa per non mostrare i propri segreti agli altri team, escluso un’esemplare, il cui motore però è stato eliminato. Attualmente l’unico esemplare misteriosamente sopravvissuto, dopo una serie di liti, sforzi di qua e sforzi di la, un viaggio sulla Luna ed un rene in meno, appartiene al pilota olandese Jochen Pethke, che l'ha usato nel campionato DSC (Dutch Supercar Challenge). Sul modello fu però sostituito il cambio X-Trac ed inserito il cambio originale della T-5R (il manuale a 5 marce) così come il motore originale, il 2.3 litri da 240 CV.
Nelle due stagioni successive, la Estate venne mandata in pensione e sostituita dalla berlina, per un cambio di regolamento. Le stagioni 1995 e 1996 sono state una migliore dell’altra, con risultati sempre più promettenti. Dopo l’addio di Lammers nel 1994, si sono alternati Tim Harvey (1995) e poi Kelvin Burt (1996), entrambi al fianco di Rydell.
La 850 berlina, almeno sul lato tecnico, non si differenziava molto dalla versione station wagon. Infatti troviamo lo stesso identico motore della Estate, con la sola aggiunta di un convertitore catalitico. Quanto alle differenze sul piano estetico, sulla berlina notiamo uno spoiler posteriore che, secondo il regolamento, non doveva superare la linea di tetto e il paraurti posteriore. In aggiunta vennero applicate delle alette sul paraurti anteriore.
Adesso, dopo che avete letto l’articolo, sono curioso di sapere quanti di voi siano interessati ad acquistare una 850 T-5R e farci di tutto, dall'accompagnare i bambini a scuola fino a far venire pesanti complessi di inferiorità a vetture di categoria superiore. Beh, personalmente, io me ne comprerei una immediatamente se potessi permettermela.
Anzi, tecnicamente una già ce l'ho: è il modellino in scala della 850 Estate parcheggiato nella mia vetrinetta assieme agli altri che colleziono con tanto amore e gelosia.
Per ora mi devo accontentare...
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