Renault twingo rs cup

- ferocia tascabile -

“...l’avantreno “RS” potrei riconoscerlo tra mille. La prima cosa che si percepisce è la carreggiata anteriore, che arriva ai miei sensi più larga di quello che è realmente. La RS si appoggia sulle ruote esterne con compostezza, ma al tempo stesso guizza dal punto di massima compressione con la massima velocità, restituendo forza trasformata in capacità di rotazione. E’ elastica e controllata allo stesso tempo, quasi che le leve dei bracci anteriori siano più lunghe di svariati centimetri. Il posteriore, poi, fa parte del gioco: sto guidando pulito, lontano dai limiti del telaio, ma non perde occasione per mettersi in punta di piedi, aderente ma leggero e scorrevole, pronto a seguire la reattività dell’anteriore…”

Il reparto Renault Sport è stato soffocato dalla Casa Francese, lasciando ad Alpine il compito di creare vetture veloci. Idea stupida? Ovvio. E’ giunto il momento di provare la più economica delle RS, la Twingo, giusto per capire se anche lei va comprata ora, prima che sia troppo tardi…

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09 maggio 2023|   scritto e pensato dalla mente malata di M.Carito   |   editato e caricato dal pensiero distorto di Gabry   |   Inquadrato, scattato, editato dalla mano mossa di Sebastian Iordache

Ci sono alcuni Reparti Sportivi che hanno il potere di creare un, come dire, “sapore” di guida ben determinato, riconoscibile chiaramente dal primo metro. Può essere una vibrazione, il tipo di erogazione della potenza, il peso dei comandi, la posizione di guida oppure il modo in cui interagisce con il pilota. Personalmente Porsche è maestra nel creare dei prodotti clamorosamente “puri” e incentrati sul rapporto auto/pilota, ma non disperate, non c’è bisogno di essere benestanti per accedere a questo tipo di piacere. Honda, con le sue Type R, ha creato un vero e proprio standard: trazioni anteriori feroci, urlanti e ingegneristicamente perfette, a partire dalla sublime Integra Type R (qui trovi la nostra prova completa). Lo so, anche le giapponesi non costano poi così poco. Non disperate, sono qua per aiutarvi. Anche Renault, con il suo reparto “Renault Sport”, è capacissima di creare la magia giusta. La Clio RS (qui trovi la nostra prova completa) e la Megane RS (qui trovi la nostra prova completa) hanno dominato a lungo le proprie categorie, grazie ad un avantreno efficacissimo, un posteriore sempre in grado di dare una mano e un approccio che è un misto tra una Gruppo N e un muletto da Rally. E quale è la RS che costa meno di tutte? La Twingo RS, al momento abbordabile e poco ricercata dagli speculatori. Per ora.

Impressioni a ruote ferme

Già, la Twingo. Se non la conoscete bene aspettate a ridacchiare, perché è una sportiva fatta da gente che ci tiene a fare bella figura. Vi basti sapere che, al contrario di tutte le altre Twingo che vengono costruite in Serbia, la RS viene gestita completamente a Dieppe, negli stabilimenti Renault Sport, che ora sono della Alpine. Un po’ come le Porsche GT3\2, gestite tutte a Weissach. Questo perché la RS viene gestita come tutte le RS della storia, con un obiettivo bene in mente, ovvero dominare la categoria. Il risultato è quello che vedete nelle foto, grazie all’esemplare prestatomi da Classy Car Torino. Per prima cosa hanno aumentato le carreggiate di ben 60 mm all’anteriore e 59 al posteriore, una modifica chiarissima, visti gli allargamenti applicati alla innocua carrozzeria delle Twingo da nonna.

Mi è sempre piaciuta: vi assicuro che dal vivo dà l’impressione di energia repressa propria delle vetture più speciali. Il paraurti anteriori è ovviamente ridisegnato ad hoc e accompagna al piccolo cofano motore che nasconde un quattro cilindri 1.6 lt. 16V, aspirato, rivisto dai ragazzi a livello di camera di combustione, di collettori di aspirazione e di scarico, capace di 133 cv a 6750 giri\minuto e 160 NM a 4400 giri\minuto. Questo esemplare ha il pacchetto “Cup”: assetto ulteriormente ribassato e irrigidito rispetto a quello sviluppato per la RS “base”, rispettivamente di 4 mm e del 30%, oltre che cerchi in lega da 17 pollici con pneumatici da 195\40. Dietro ai sopracitati cerchi, molto belli, ecco i freni maggiorati, quelli della Laguna davanti e della Megane al posteriore, tanto per non lasciare nulla al caso. 

I cerchi grandi e gli allargamenti, su un’auto dal passo così corto, sono quasi comici, una sorta di “caricatura” di un’auto compatta e sportiva, un po’ quello che succede nei render dei modelli sportivi, che su carta sono sempre dotati di cerchi enormi e allargamenti che raramente sfociano poi nella produzione reale. Questo esemplare è di un particolare grigio\viola\azzurro, a seconda di come la carrozzeria spigolosa viene accarezzata dalla luce. Come sempre, alcuni dettagli mi colpiscono tanto da doverci passare il dito sopra, per apprezzare anche con il tatto la forma. Uno di questi è lo scalino tra lo sportellino del carburante e l’allagamento della carrozzeria, tanto profondo da apprezzare ancora una volta gli allargamenti operati dalla RS. Ci sono anche dettagli che risultano un po’... strani: i fanali posteriori e il singolo scarico rettangolare, ecco, non sono proprio bellissimi. Tiro la levetta, strepitoso richiamo alla prima e storica Twingo, e apro la portiera.

Ciò che vedo mi lascia un po’ freddino. Rispetto all’aggressività urlata dell’esterno, l’abitacolo è decisamente più democristiano. Il volante, ad esempio, è esattamente lo stesso che potete trovare sulle versioni meno aggressive e, anche se è rivestito di pelle, risulta enorme. Inizio a fare la faccia delusa alla vista dei sedili: due poltroncine grigie dall’aspetto innocente, di quelle larghe sotto e strette sopra, con su scritto “Renault Sport” in arancione. Mi rendo velocemente conto, per fortuna, di aver peccato di superficialità: una volta a bordo, i fianchetti mi trattengono con una forza inaspettata, anche se decisamente più nella parte bassa che a livello di spalle. Purtroppo, però, la posizione è un po’ troppo alta, un classico  delle compatte di metà anni 2000, un periodo in cui i tetti erano tutti invariabilmente troppo alti e le sedute a prova di nano da giardino. Di fronte a me c’è solo un piccolo contagiri tondo, in stile Mini Cooper, con zona rossa che parte da 7000 giri\minuto. Tutte le altre informazioni sono comunicate da uno schermo digitale al centro della plancia, altro richiamo alla Twingo del decennio precedente. Gli altri tocchi “RS” sono la pedaliera in alluminio e le cinture di sicurezza arancioni. Le allaccio, giro la chiave e, per un istante, fugace ma chiarissimo, la nostalgia si fa avanti. Penso ai ragazzi del Reparto RS che hanno dovuto smantellare tutto quest'anno. Non lo sapete? Renault Sport non esiste più, le Renault Sportive del futuro saranno marchiate Alpine. Lasciamo perdere, godiamoci il presente: la Twingo RS e una bella strada.

Su strada

Ho aperto il test facendo un po’ il poeta de noiartri, parlando di quel feeling alla guida proprio di certi costruttori. Ecco, anche certi periodi storici sono riconoscibili dopo pochi metri. La metà degli anni 2000 ci ha regalato compatte con una posizione di guida ben precisa: sbagliata, ecco, questo è il termine giusto. La Twingo RS non sfugge a questa legge. I sedili sono contenitivi ma troppo alti. La pedaliera è molto più in basso, mentre il volante è troppo distante. Quindi, c’è da decidere: cosa preferite, avere le gambe il più distese possibili, ma guidare con le braccia tese da tamarro di periferia, oppure avere le braccia piegate il giusto, ma così essere obbligati a tenere le gambe praticamente piegate a 90°? Opto per una versione di mezzo, ma non sono perfettamente a mio agio. E’ un peccato, perché sin da subito quel feeling, quella sensazione di guida di cui si parlava all’inizio, viene fuori con immediatezza. L’avantreno “RS” potrei riconoscerlo tra mille. La prima cosa che si percepisce è la carreggiata anteriore, che arriva ai miei sensi più larga di quello che è realmente. La RS si appoggia sulle ruote esterne con fermezza ma, al tempo stesso, guizza via dal punto di massima compressione trasformando all’istante l’inerzia in capacità di aderire e di curvare. Sul serio, sembra elastica e controllata allo stesso tempo, quasi che le leve dei bracci anteriori siano più lunghe di svariati centimetri. Il posteriore, poi, fa parte del gioco: pur guidando lontano dai limiti del telaio non perde occasione per mettersi in punta di piedi, leggero e scorrevole, pronto a seguire la reattività dell’anteriore.

Mi sto divertendo? Sì, molto. La RS potrebbe gestire decisamente più potenza, questo è chiaro, ma proprio mentre penso a questo alzo ancora il livello di impegno e il passo corto sale prepotentemente alla ribalta. Piccolo rettilineo, sono in 3° a limitatore, freno a fondo: le luci di emergenza si attivano, come sempre, il frontale si schiaccia a terra, pronto per cambiare direzione, mentre il posteriore inizia ad ondeggiare. Non è qualcosa di preoccupante, anche perchè con un po’ di pratica si può sfruttare, attraverso piccole sterzate calibrate, questo ondeggio per entrare in curva con il posteriore che aiuta ancora di più l’inserimento. E’ un atteggiamento da auto specializzata e mi piace davvero. Lo dico, mi piacerebbe provarla con i cerchi da 16 pollici della versione “base”. I 17 sono bellissimi da vedere, ma la scarsa spalla è poco “flessibile” e fa apparire il limite di aderenza un po’ "on-off", poco graduale, mentre tutto il resto dell’esperienza è ricca di sfumature. Ora che il ritmo è decisamente più alto inizia a venir fuori un po’ di sottosterzo qua e là, oltre che un sovrasterzo in rilascio che è un altro dei marchi di fabbrica della Casa. Gli pneumatici di questo esemplare hanno visto giorni migliori, quindi cerco di pulire la mia guida per non sprecare energia in inutili sbandate, quindi mi immergo in qualche chilometro di guida ben fatta, di quelli che ricorderò anche in futuro. 

Considerazioni finali

Lo dico: ancora prima di questa prova ho sempre guardato con un certo prurito alla Twingo RS. E’ una specie di coltellino svizzero su quattro ruote: comoda, piccola, carina e ben fatta, ma sotto tutto questo c’è tantissimo arrosto, quel tipo di arrosto tecnico che fa venire l’acquolina in bocca anche ad un vegetariano come me. E’ reattiva, veloce e, se avete una certa sensibilità, non potete non restare affascinati dalla qualità intrinseca propria del reparto RS. Certo, anche lei ha i suoi difetti: mancano almeno una ventina di cavalli, il cambio è tipicamente francese e la seduta è un continuo adattarsi senza mai trovarsi completamente a proprio agio. Però, beh, sono dettagli secondari, in gran parte correggibili. La RS è una gemma da cogliere al volo adesso che non ha quotazioni folli. E’, probabilmente, il biglietto più a buon mercato per entrare nel mondo delle auto veramente speciali, quelle frutto di investimenti importanti e del lavoro di persone come me e come voi, persone che hanno fatto di tutto per godere su una strada tutta curve, lasciando i calcoli a quelli del marketing. 

La Twingo RS è la mia nuova preferita, tra le piccoline tutto pepe.

Grazie mille a Paolo, proprietario di Classy Car Torino, per averci prestato la RS: seguiteli sui social (IG - FB) per gustarvi tutti gli ultimi arrivi. La Twingo RS del servizio, ad esempio, è in vendita. Trattano auto divertenti e tutte da guidare, senza limitazioni di epoca, potenza o marchio: la stessa filosofia alla base di Ruggine Magazine.


Contatti: Classy Car - Via Solero 2 - Torino

Cell: 3478283953

IG-FB: @classycartorino

Youtube: Paolo Vinciguerra Classy Car 

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