fiat panda 100hp

- Pandindindirindina, la 100HP! -

Nel 2006, quasi per ripicca, Fiat presenta l’unica Panda della storia con velleità sportive: la 100hp. Tutti a ridere della piccola Fiat, almeno fino a quando la stampa dell'epoca non ha iniziato a descriverla come “inaspettatamente divertente e intrigante”. Oltre che, ovviamente, lenta. Concetti che oggi sembrano quasi in antitesi, tutti presi come siamo a definire divertente la velocità pura...eppure ci siamo tutti divertiti con auto che oggi appaiono lente, lentissime, o no? Per capire tutto questo abbiamo portato una Panda 100HP su una strada di montagna per verificare se quello che si dice di lei sia vero ancora oggi.

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04 maggio 2021| scritto e pensato dalla mente malata di M.Carito | editato e corretto dal pensiero distorto di Gabry | Inquadrato, scattato, editato dalla mano mossa di Gabry

Messaggino di rito pre-test, giusto per non avere sorprese. “Ciao, domani per le 9.00 siamo da te per la Golf, ricordatelo”. E’ il primo test dopo un mese e mezzo di inattività causa pandemia e siamo gasati come una bottiglia di Coca con una Mentos dentro. “Ciao Marco, c@zzo scusaci, non è ancora pronta, purtroppo…”

Cosa si diceva a proposito delle sorprese? E' andata così, può succedere, ci mancherebbe. Il preparatore che ci doveva concedere la Golf è un'istituzione qua in Piemonte, ma a tutti può capitare un inconveniente. Resta il fatto che ci tocca risolvere un problema al volo. Oggi è domenica e io sto seduto su una seggiolina di plastica in mezzo alla campagna Cuneese con un pasticcino in mano. E sono le 16,24. Dopo qualche minuto di smarrimento, capisco di avere la soluzione a portata di mano.

Il destino vuole che da un paio di settimane, in famiglia, abbiamo adottato una Fiat un po’ particolare. E’ andata così: la mia compagna doveva cambiare l’auto per le regole sugli inquinanti sempre più stringenti. Così ci siamo messi a cercare un’alternativa a benzina sul mercato dell’usato. La mia proposta è stata chiara fin da subito: Panda 100HP. Robusta, carina, affidabile, prestante il giusto (la mia compagna esce di casa due minuti dopo l’appuntamento, di solito), economica, ampiamente a budget e, ciliegina sulla torta, in rivalutazione. Lei era un po’ reticente: “E’ piccola, sembra fatta di cartone…”. Poi ne siamo andati a vedere una e BAM! La Pandina ha posato i suoi occhioni da cucciolo anche su di lei ed è così che oggi ci ritroviamo un'adorabile 100HP blu parcheggiata sotto casa. Ovviamente era già una candidata perfetta per un nostro test Ruggine, quindi problema risolto, basta anticipare di una settimana il test della piccola di casa FIAT. Non fosse che non l’ho ancora messa su un ponte per controllarla e che dal posteriore destro arrivano strani tonfi ad ogni buca...

In ogni caso, parafrasando la celebre pubblicità dell’Amaro Montenegro (o si dice amaro Monteafroamericano?): “il prezioso test andava portato in salvo….” e quindi, 100HP sia, tonfi o non tonfi. Si torna a sterminare pasticcini.

Fine 2006, Salone dell’Auto di Parigi. In Renault stanno per presentare in pompa magna il ritorno della Casa nel settore delle piccole bombette. Lucidano a fondo la Twingo RS, ridendo sotto i baffi, convinti che quest’anno nessuno gli ruberà la scena. Peccato non abbiano fatto i conti col desiderio di vendetta degli uomini Fiat, ai quali Renault ha impedito qualche anno prima di usare il nome “Gingo” per la nuova compatta. Già, la Panda seconda serie, la prima dopo l’uscita di scena della Panda classica, avrebbe dovuto chiamarsi “Gingo”. Perchè? Boh, chiedetelo a quelli del marketing, magari han finito l’aperitivo e vi rispondono. Comunque, Renault inizia a sventolare lettere degli avvocati tipo battaglia di Game of Thrones, affermando che “Gingo” somigli troppo a “Twingo” e chiedono che FIAT torni sui suoi passi. A Torino capiscono l’antifona, la Panda torna a chiamarsi Panda e finisce là. O forse no, perchè in Fiat se la sono legata al dito e si presentano a Parigi con l’obiettivo di rovinare la festa Renault. Come? Presentando una nuova piccola sportiva, tanto per rompere ai francesi le uova (d’oca) nel paniere. Proprio la Panda, per di più. Che poi, diciamola tutta, secondo voi c’è più curiosità per una nuova Twingo o per una Panda? Ma è ovvio, per la Panda. Chi ha detto Gingo?

La sobria presentazione al Salone dell'auto di Parigi nel 2006
Se scendi in campo così, la scena è tua, non ci sono rivali...

Quindi, più vendicativi di Clint Eastwood, allo stand Fiat fa capolino lei, la Panda 100HP. La “sportivizzazione” è sempre ad opera di Bertone, autore anche della versione “liscia”. Paraurti ridisegnati, minigonne, codolini passaruota in plastica nera, cerchi da 15 pollici dedicati, assetto ribassato, scarichetto sbruffoncello, alettoncino posteriore e vetri posteriori oscurati.

Impressioni a ruote ferme

Dentro non cambia molto rispetto alla Panda liscia, fatta eccezione per i due sedili contenitivi, le plastiche nere ed un volante rivestito in pelle che integra i comandi per il controllo dello stereo. A guardar bene si nota anche un altro piccolo ma importante dettaglio: il tasto “City, quello che serve a trasformare lo sterzo delle Fiat in una specie di budino (sia mai che si debbano usare i muscoletti delle braccia!) è stato sostituito dal tasto “Sport”. Cosa succede se lo premi? Ve lo dico dopo, ma non eccitatevi troppo. Sotto al cofano della 100HP troviamo il 1400 cc 16v Fire che abita in ogni altra vettura del gruppo. Ok, i tecnici Fiat hanno aumentato un pelo la compressione per passare da 95 a 100 cv a 6000 giri/minuto, ma nulla di più. Anche perchè “Panda 95 HP” avrebbe fatto strano, in effetti. Volete una versione più hardcore? Tranquilli, c’è. Al momento dell’ordine, vi basta flaggare la casellina “Kit Pandemonio” e ignorare il prezzo che schizza sopra i 14.000€. Così potrete avere una striscia adesiva per fiancata, le pinze freno verniciate di rosso, specchietti e cerchi grigio satinato. Ora si che è una bestia eh? Poi non dite che in Fiat non si impegnano. Per essere onesti, in realtà, sulla 100HP di ciccia ce n’è. Quattro freni a disco, ad esempio, su una Panda non si erano mai visti, così come 4 pneumatici da duri 195/45 gommati Goodyear F1. Che dire poi delle sospensioni irrobustite e settate ad hoc?

Sarà per amore della Panda, sarà che le Fiat pepate fanno subito adolescenza in periferia, ma nei quattro anni scarsi di commercializzazione la 100HP vende bene. Ma come sempre accade con le idee che funzionano, Fiat decide di non riproporre l’allestimento nelle serie successive. Sempre sul pezzo dalle parti di Torino, bomber veri.

Ciò che ricordo bene è che la stampa dell’epoca fu unanime nell’affermare che la 100HP, seppur mai veramente veloce, sfoggiava un comportamento dinamico inaspettatamente buono. Ricordo che gli inglesi di Evo UK dipingevano la 100HP come il ritorno alle bombette di una volta, in pieno stile A112 Abarth. Insomma, in un angolino del mio cervello, a fianco della 100HP, c’è sempre stato un punto interrogativo. Prontamente trasformato in esclamativo (e poi in un assegno) quando si è trattato di cercare una piccola auto per la famiglia.

Torniamo al presente. Vista da fuori la 100HP si presenta inaspettatamente bene, anche se non dovrebbe farlo. E’ veramente compatta, tanto da sembrare vagamente un’auto giocattolo, ma ha linee nette e ben definite. I cerchi e le gomme cicciottelle riempiono bene i passaruota, con i dischi e le pinze dell’impianto frenante che si intravedono tra le razze. I codolini in plastica nera la fanno sembrare “ben piazzata”, anche se da vicino sembra così stretta da poterla abbracciare tutta. Il paraurti anteriore ha una griglia a nido d’ape enorme, ed infatti è finta come una moneta da 3€. Fa comunque la sua scena, così come il paraurti posteriore con il fintissimo estrattore inferiore. Questo esemplare non ha i “portapacchi” sul tetto, quindi sembra ancora più tascabile. Noto che non sono il solo a cui spunta un sorriso sul viso davanti alla 100HP. Oltre a Beppe e Gabri, anche il nostro carrozziere/trova mezzi di fiducia, Marco Wood, gira attorno alla Panda sorridendo. Piace a tutti, non c’è nulla da fare: odiare la Panda è come dare un calcio ad un cucciolo. Sbagliato ai limiti del patologico. Scopro solo oggi, grazie a Gabri, che il blu di questo esemplare è una delle due tinte inedite per Fiat, disponibile solo per il modello.

Su strada

Dopo un mese e mezzo di lockdown di meteo meraviglioso, stamattina ovviamente piove. Forte. La strada del test è stretta e tecnica ma, nonostante dietro di me si alzi una nuvola d’acqua al mio passaggio, sono in completo relax. Mentre vado avanti e indietro a 45 km/h per le foto dinamiche ho del tempo per guardarmi attorno. Dunque. I sedili, a prima vista, sembrano contenitivi e dentro il semplice abitacolo della Panda appaiono come un elemento di inaspettata qualità. Peccato che una volta sopra ci si ritrovi seduti troppo in alto, con i piedi decisamente più in basso della seduta e le spalle ben sopra la linea di cintura dell’auto. Il sedile più giù di così non va, qua si sta così, come su uno sgabello da bar. Oltretutto i fianchetti laterali non contengono assolutamente nulla, lasciando le spalle libere in caso di curva allegra. A livello dei fianchi va un po’ meglio, ma solo perchè, sfruttando lo stretto abitacolo, riesco a puntarmi con le ginocchia sulla consolle centrale e sulla portiera: o avete un fondoschiena importante oppure, beh, il contenimento latita. Le misure le avranno prese su qualcuno che ha bisogno di dieta, una di quelle serie. Il volante è un po’ troppo inclinato in avanti ma, una volta sistemato il sedile al meglio, lo si impugna bene, anche se vorrei che fosse più “sporgente” verso di me. Una delle cose che mi piace, anche se non dovrebbe farlo, è la posizione del pomello del cambio. Ora, sulla 100HP il cambio spunta dalla consolle come in ogni altra Panda, ma così facendo è ad una spanna (misurato con lo spannometro, noto strumento di precisione) dal volante. Si passa dallo sterzo al pomello con un movimento minimo, senza nemmeno dover muovere la spalla. Finalmente, con la scusa di registrare qualche passaggio in velocità, posso godermi la 100HP a pieno. E’ giunto il momento del tastino “Sport”: una volta premuto l’acceleratore reagisce in modo più pronto ed il servo elettrico regala un po’ di “sostanza” in più al comando dello sterzo. Basta. L'avevo detto di non emozionarvi troppo o no? Comunque, premo il tastino e appoggio il pedale del gas al pavimento. Il 1,4 Fire brontola e si lancia, in 2° marcia, verso il punto di frenata che precede una doppia sinistra. L’assetto che Fiat ha dovuto deliberare per tentare di tenere su quattro ruote la stretta e alta carrozzeria della Panda è decisamente tosto: a bassa velocità si saltella più qua dentro che in una Mini GP Mk1, il che è tutto dire. Di contro, ed è chiaro da subito, l’accoppiata assetto rigido + gomme a spalla ribassata regalano una reattività decisamente brillante. Non dovrebbe, ma lo fa. Ed infatti esco dalla sequenza di curve sorridendo come un cretino, mentre torno a spremere senza pietà il motore. Il piccolo 4 cilindri la davanti fa sentire un suono grintoso ma senza alzare troppo la voce e l’ago del contagiri nei primi 3 rapporti si lancia con un certo brio fino a 6200 giri/minuto. E’ come vedere un Jack Russell ringhiare: è troppo piccolo per prenderlo sul serio, ma non si può non apprezzare la sua voglia di fare. Perché sarà che siamo in salita, sarà che comunque è una Panda, ma il motore si può solo definire “appena sufficiente” per muoversi in modo frizzante. Per “godersi” tutto ciò che può dare bisogna tenerlo tra i 4500 e i 6000 giri/min, il più alto possibile. Il cambietto ha 6 rapporti, non è velocissimo e ha bisogno di una “pausetta” nella posizione neutra tra un rapporto e l’altro, ma non c’è verso di farlo impuntare, nemmeno cambiando da assassini. Esco da una S appeso al volantino, con l’acceleratore spianato e le gomme anteriori che perdono e riacquistano la presa sull’asfalto bagnato, senza mai obbligarmi ad alleggerire. Oh, non dovrei, ma mi sto divertendo. E’ come se la 100hp ti dicesse: “Ho solo questo, ma ti assicuro che lo useremo tutto”. E’ un approccio incredibilmente sincero e nella sua semplicità è quasi unico nel panorama automobilistico moderno. C’è di più, però, perché una volta preso il ritmo scopro che la 100hp ha del talento. Per quanto stia forzando l’entrata in curva, frenando con aggressività solo quando la velocità è veramente eccessiva, l’avantreno trova sempre il modo di far curvare la Panda. Sembra di sentire il momento esatto in cui l’ammortizzatore esterno arriva al giusto punto di carico che gli permetta di schiacciare la gomma a terra. Quando questo avviene, la 100HP schizza dentro la curva e non la si sente al limite: per evitare una salamandra (si, sul serio) chiedo alla 100HP un maggior angolo di sterzo mentre sono già in traiettoria. La Pandina muove un po’ i fianchi ma mi regala la traiettoria che desidero, oltre alla sopravvivenza della salamandra.

Il passo corto ed il posteriore ben accordato fanno il resto: non dovrebbe, ma l’auto sta gestendo la mia guida arrembante e la strada fradicia senza mostrare alcun problema. Per avere un passo così corto, la 100HP risulta agile senza mai essere nervosa o titubante. All’aumentare della velocità l’effetto “rimbalzante” che si nota alle basse andature si smorza, lasciando posto ad una rigidità accettabile: sembra sempre sul punto di saltare su un avvallamento e di perdere direzionalità, ma nulla, segue la direzione impostata. Io invece, seduto così in alto, saltello nell’abitacolo senza nulla a cui tenermi. Ma forse anche questa è una tecnica per dare l’impressione di andar molto più veloci di quanto in realtà si stia andando. Vado in appoggio, mollo il gas a metà curva tanto per capire che cosa succede. Nulla, qualche grado di sovrasterzo e, ovviamente, la 100HP si “inchioda” in mezzo alla strada, col 1,4 sotto coppia che brontola insulti. Ho capito. Non è questo il modo di tirare fuori il meglio da lei, ogni sbavatura è un inutile spreco di preziose risorse. Scalo e faccio inversione e mi prometto di non farmi distrarre troppo dall’entusiasmo di questa macchinetta, così da capire anche qualcos’altro. Dunque. Il comando dello sterzo è appena migliore, grazie al tasto “Sport”, del classico (orrido) servo elettrico Fiat. Feedback 0, sensazione di connessione 0, ma quantomeno ha una consistenza reale ed è piacevolmente diretto, tanto da non dover cambiare troppo spesso presa sul volantino. Anzi, per assecondare il tracciato spesso serve un movimento minimo dei polsi. I quattro freni a disco eliminano la velocità in eccesso senza nessuna fatica. Questo contribuisce alla guida tipo “ancora una e poi smetto”, con cui approccio una serie di curve. Ora che ho fatto inversione e scendo verso valle, con l’aiuto della forza di gravità, il 1,4L sembra guadagnare quei 20/25 cv che gli mancano per essere davvero parte della festa. E non dà l’impressione, come in salita, del tizio alla festa che se ne sta all’angolo guardando male quelli che si divertono. Sfruttando la spinta extra lancio la Pandina a destra e a sinistra, giù per questa virtuale pista da bob. C’è qualcosa, nel modo in cui la 100HP passa da un appoggio all’altro, che mi fa ridere di gusto. Mi attacco al volantino per tenermi in posizione, freno fin dentro la curva e appena l’avantreno fa presa affondo l’acceleratore fino al pianale. Piccola sbandata di potenza (bagnato e discesa fanno miracoli), alleggerisco un filo il gas e appena le ruote ritrovano direzionalità giù tutto di nuovo, verso la doppia destra. Su questo tratto rettilineo in discesa la Panda sembra quasi veloce, con il motore a 6000 giri e la scocca che rimbalza un po’ sulle sospensioni. Poi guardo il tachimetro e beh, leggo 80 km/h. Imbrogliona... Sono di nuovo alla doppia sinistra di prima, che ovviamente, dopo l’inversione, ora è una doppia destra. Pestatina sui freni solo per portare un pò di peso davanti, sterzo per la prima 90° e, senza spostare le mani dal volante, la 100HP curva con un minimo rollio. Appena tocco il punto di corda, pizzicando con la ruota interna il fango a bordo strada, riporto il pedale del gas a tappeto per il piccolo rettilineo successivo. 4° per un attimo, frenata, 3°, 2°, lascio il freno nel momento esatto in cui inizio a girare il volante. La 100HP si appiccica al punto di corda, in perfetto equilibrio tra direzionalità e aderenza, e poi riporto l’acceleratore al tappeto. Quest’affare dovrebbe pesare 950 kg, ma giurerei che pesi meno. La 100HP si impegna a non sprecare nulla di quel (poco) che c’è e ti obbliga a fare lo stesso. Guida pulita, traiettorie rotonde ma più brevi possibili. La velocità così duramente guadagnata dal 4 cilindri va mantenuta a tutti i costi e mai sprecata. E’ un modo di guidare davvero vecchio stile e, per una volta, quelli del marketing ci hanno visto giusto: è una degna erede delle piccole bombette del passato Fiat. Come la A112 Abarth, per citarne una.

Considerazioni finali

E’ una ricetta fatta di parti umili che, in qualche modo, creano un mezzo con una personalità ben definita e dall’entusiasmo contagioso. Che sia una stradina allagata di montagna, l’entrata dell’Esselunga o la rotonda davanti casa, la 100HP ti sfida sempre a fare del tuo meglio. E’ un’auto lontanissima dal poter essere definita solo dai numeri, che sono davvero scarsi. In sintesi, l’esatto opposto delle auto moderne. Vado su e giù per la strada ancora un paio di volte, cercando di limare metri ad ogni traiettoria e frenando sempre meno. Mi diverto. Questa esperienza sarebbe dovuta essere...boh, più piatta. E invece, no, per nulla, anche se non ho mai desiderato così tanto avere degli alberi a camme più spinti... Rileggendo il pezzo mi accorgo di aver messo un sacco di “non dovrebbe” oppure “e invece…”. Se è fastidioso me ne scuso, ma è colpa del fatto che, in effetti, non mi aspettavo un carattere così definito da parte della 100HP. Piacevole, anzi di più, contagioso.

E’ veloce? No, assolutamente no. Anzi a volte quel 1,4 è quasi fastidioso per quanto è lento e privo di ogni attrattiva. Si fa spremere, ma si arriva presto alla conclusione che con un motore più affilato la 100HP sarebbe potuta essere incredibilmente speciale. Ma se siete di quelli che amano guidare “forte” qualunque cosa, a prescindere dalla cavalleria e dal logo sul cofano, ecco, allora vi sfido a non scendere dalla 100HP senza un sorriso sulle labbra. Mette allegria, vi assicuro. Oh, intendiamoci: la vostra compagna potrebbe arrivare comunque sempre in ritardo, ma adorerà farlo.

E non è poco...

Un grazie a Marco e Giorgia della Carrozzeria MWCar di Avigliana per l’ospitalità. Come sempre, è come stare tra amici di vecchia data. Grazie!

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