Volvo 850 T5-R

- Veloce, station e gialla -

”...siate frettolosi a tornare sul gas e l’anteriore avrà una grossa perdita di aderenza, siate pigri e resterete piantati in attesa che il turbo si svegli. Freno prima di una veloce destra, inserisco l’anteriore e inizio a dare potenza con leggero anticipo rispetto a quanto farei di solito, il 5 cilindri inizia a spingere e bang! quando inizia a fare sul serio ho le ruote quasi dritte e la Volvo parte come un Freccia Rossa. Marco mi sfida: “Vai, fino a 6500!” e così tengo l’acceleratore schiacciato, facendo una traiettoria il più possibile rettilinea nella S appena accennata che stiamo affrontando...”

La Volvo 850 T5-R è una vettura mitica. Alla classica ricetta confortante made in Volvo fatta di forme tese e solidità a prova di disastro nucleare aggiungete un tonante 5 cilindri turbo, aerodinamica racing, cerchi in lega da 17 pollici e un bel colore giallo: ecco, ora siamo a di livelli di memorabilità altissimi. Insomma, vogliamo provarla? Certo che si!

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23 novembre 2021| scritto e pensato dalla mente malata di M.Carito | editato e corretto dal pensiero distorto di Gabry | Inquadrato, scattato, editato dalla mano mossa di Sebastian Iordache

1991. Dopo aver preso (per decenni) a “buffe in faccia” i compatrioti di Saab, così “sfigati” da equipaggiare le loro vetture con la trazione anteriore, Volvo si ritrova a lanciare la nuova serie, la “850”. Nulla di strano, non fosse che al posto della tradizionale trazione posteriore la nuova nata ha… la trazione anteriore. Oh, roba che i colleghi di Saab, appena l’hanno saputo, hanno perso gli incisivi a forza di pernacchie verso gli avversari di Goteborg. Incassati gli insulti, i ragazzoni di Volvo devono pensare a come rendere questa transizione il meno traumatizzante possibile. L’unico modo è dimostrare al pubblico che la nuova 850 può dire la sua a livello prestazionale. Ad esempio, perchè non allestire una 850 da corsa? E perchè non farlo, che so, con la versione station wagon? Ma questa genialata ve l’abbiamo già raccontata in questo articolo di qualche settimana fa, quindi lasciamola da parte. Occupiamoci dell’altra parte del piano: portare sulle strade di tutti i giorni una Volvo che faccia ammutolire tutti, puntando proprio sulle caratteristiche che non sono mai appartenute alla Casa: velocità, sportività e magari un’aria cazzuta e vagamente pericolosa. Gli svedesi sono così pragmatici da aver portato mobili in compensato e viti a brugola in tutto il mondo, quindi sono perfettamente coscienti di non avere le conoscenze giuste per trasformare una station wagon in un’auto veloce. Per loro fortuna ci sono quei generosi di Porsche che, in cambio di qualche spicciolo (qualche miliardo, ma in monetine, per restare umili), si occupano della messa a punto delle sospensioni e rendono il motore un po’ meno papà insegnante delle medie e un po’ più papà campione di pugilato. Quando mettono tutto insieme la 850 si ritrova sotto al cofano un 5 cilindri turbo da 2,3 litri capace di 240 cv e 330 Nm di coppia, il paraurti anteriore ha un lip molto pronunciato e spunta uno spoiler sul portellone posteriore, oltre che pneumatici 205\45 su grossi cerchi in lega ”Titan” (già il nome spacca) da 17 pollici. La storia è già curiosa così, no? Ecco, ora immaginate tutti questi svedesoni che si accarezzano la barba davanti al prototipo, ragionando sul colore con la quale presentarla al pubblico. Giallo? Ma che dici? Ma sei scemo, posa la birra!..Oh ma sai che però… Ma nooo! Secondo me non hai il coraggio. Pagliaccio se non lo fai ora eh, l’hai detto...

Otto birre medie dopo, il giallo sembra il colore perfetto. Ma in Australia il giallo acceso pare si scolorisca in pochi mesi, quindi ecco di nuovo il pragmatismo svedese: facciamola si gialla, ma già scolorita e abbiamo risolto. C’è anche il nome, colore “Cream Yellow”, e voilà: al Salone di Ginevra del 1994 la Volvo presenta la nuova, rivoluzionaria creatura gialla, dal nome 850 T5-R. Le prime 2500 unità (tutte gialle, unico colore disponibile al lancio, altro che “non hai il coraggio...”) vengono bruciate in un attimo e improvvisamente gli svedesi entrano, in pieno stile Volvo, tra i costruttori di auto veloci. Una vettura adorata da subito, non solo per il coraggio dimostrato. La T5-R è proprio cazzuta oltre che abbastanza veloce da far preoccupare BMW e compagnia bella.

Roba che quando ne abbiamo trovata una, per di più accompagnata dalla successiva versione 850R, posteggiate in una zona industriale poco fuori Torino, non abbiamo potuto fare a meno di suonare al cancello con le bandiere svedesi in bella vista proprio di fronte alle auto. Abbiamo così scoperto due cose:

Primo, Il cancello (e le Volvo) appartengono a “Rust But Fast”, una realtà che si occupa di restauro, riparazione e parti di ricambio di Volvo d’epoca, una delle uniche due realtà di questo tipo presenti in Italia; secondo i due proprietari, Marco e Maria, sono completamente disponibili a “prestarci” la T5-R oltre che essere in piena sintonia con la filosofia Ruggine Magazine. Nel senso che non siamo riusciti a rimanere seri per più di due minuti consecutivi. Insomma, ecco, una bella botta di...Volvo.

Impressioni a ruote ferme

Ci siamo messi d’accordo per iniziare la giornata “station gialla” direttamente nell’officina di Rust But Fast, quindi ero pronto a ciò che stavo per vedere. Eppure la visione di così tante Volvo cattive in uno spazio circoscritto mi ha lasciato senza parole. La “nostra” T5-R è pronta per noi e nella penombra sembra ancora più aggressiva oltre che leggermente assurda. Appena mi riprendo sposto lo sguardo e, subito dietro, vedo un’altra T5-R dello stesso identico colore in attesa di riparazioni. Giro lo sguardo a destra e una rossa 850R, la versione “restyling” della T5-R, occhieggia verso di noi. Quanta cattiveria c’è qua dentro? Per fortuna ci pensa il bassotto Uffa a stemperare l’atmosfera, oltre alla prima di una lunga serie di battute che ci accompagneranno per tutta la giornata.

La T5-R, da vicino, ha proporzioni un po’ particolari. E’ lunga, ma non particolarmente larga, tipo un...carro di quelli che quando passano ci si tocca gli zebedei. I cerchi Titan sono bellissimi, anche verniciati di nero lucido, e il giallo nella penombra sembra slavato, quasi bianco. Una 850 T5-R è già abbastanza speciale di suo, ma chiacchierando viene fuori che questo esemplare è proprio quello esposto allo stand Volvo al Motorshow di Bologna del 1995: una specie di celebrità, nel suo piccolo. Con una station wagon è quasi d’obbligo partire dal posteriore per la “degustazione”, no? Oh, è proprio una classica Volvo, con la vetratura del baule squadrata e gli angoli appena smussati della carrozzeria ben evidenti. Eppure l’aggiunta dei dettagli “R” porta tutto ad un altro livello: guardate lo spoiler, dal design più arrotondato rispetto al resto della carrozzeria ed il paraurti posteriore più pronunciato, pochi tocchi ma tutti azzeccati.

Non posso fare a meno che aprire il baule, ormai sono deciso ad immergermi in questa orgia di dettagli station: lo spazio interno è enorme e regolare, come aprire le ante di un armadio stretto e lungo. Le fiancate ed il passo sono abbondanti ma, abituati come siamo alla crescita esponenziale delle vetture moderne, non così impressionanti. Le minigonne squadrate slanciano un pò, ma per me è il frontale la parte più impressionante di tutta la R. Sopra squadrata e lineare, sotto tutta lip e paraurti aggressivo, slanciato verso terra alla ricerca di carico aerodinamico. Anche qua, a guardar bene, il design dello spoiler è molto più morbido confrontato col resto dell'auto, quasi avessero differenziato il lato “R” dal lato “domenica picnic?” classico delle Volvo anche a livello di scelta stilistica.

Ora che le luci dell’officina sono accese, il giallo ha guadagnato qualche grado di luminosità ed è... bellissimo. Come ho detto prima, il nome scelto da Volvo per la tinta è “Cream Yellow”, ma dopo averlo pronunciato un paio di volte velocemente non riesco a non chiamarlo “Crimiello”, rivisitazione partenopea del colore: dai, suona meglio. Comunque sia, il Crimiello, visto di persona, è ancora più assurdo: vorrei davvero stringere la mano a chi l’ha scelto. Apro la portiera e ho accesso ad un abitacolo molto più serio che l’esterno. I sedili neri sono delle poltrone lievemente profilate, il volante a quattro razze è grosso, pieno, e la strumentazione a caratteri bianchi su fondo nero è rassicurante e serissima. Certo, il fondoscala del tachimetro a 260 km\h ed il contagiri con la zona rossa a 7000 forse qualcosa fanno intuire, così come il piccolo strumento della pressione del turbo, ma per notarle bisogna essere persone attente.

La consolle è piena di tasti, anzi, di interruttori: ogni singolo comando qua ha un interruttore dedicato che si accende e spegne con un clic solido, rassicurante, tipo l’interruttore della luce di casa. Altro che tastini delicati, qua è già tanto non ci sia una leva in acciaio per inserire le frecce. La consolle è rivestita di legno scuro, anch’essa super seria. Sembra tutto costruito per sopravvivere alle ere geologiche ed infatti, nonostante gli anni, qua è tutto perfettamente integro e senza difetti di nessun tipo… e stiamo parlando di una vettura con 280.000 km: in pratica, per una Volvo, appena fuori dal rodaggio. Esco e, dopo aver guardato la T5-R a lungo, scelgo la mia angolazione preferita, quella di tre quarti anteriore: vista così sembra massiccia ma al tempo stesso aggressiva e così decisa da fregarsene dei giudizi altrui. Che bomba.

Su strada

Marco, il proprietario, sembra molto rilassato. Beato lui, io lo sono decisamente meno. Il perché è semplice: ha iniziato a piovigginare, quel tipo di pioggia che trasforma lo sporco della strada in una specie di vasellina marrone, scivolosa e infida come il ghiaccio. C’è da dire che le foto verranno una bomba: la campagna piemontese immersa nella nebbia e le colline nascoste dall’umidità fanno proprio estate a Goteborg e dintorni. Devo dire che il sedile, per quanto comodo, poco profilato e coccoloso, ha il pregio di potersi abbassare molto, regalando una posizione di guida buona e “dentro” alla vettura. Sto andando piano ora, cerco di capire quanto oggi si possa osare ed il 5 cilindri sonnecchia a 2000 giri\minuto. Il motore è la versione italiana: un 2.0 lt e non un 2.3 lt, con “soli” 211 cv di potenza. La colpa è dei politici, una categoria che in Italia ha sempre brillato per acume, non è una fortuna solo dei giorni nostri.

Il volante ha un peso rassicurante ma sembra un po’ distaccato e questo, unito all’assetto con poco rollio ed agli pneumatici estivi, non mi rende molto tranquillo. Appena torno sul gas con più decisione le ruote iniziano a pattinare nervosamente. Marco mi porta su una strada “di fiducia”, un bel misto che alterna veloce a vista a curve più strette. Ok, è ora di provare un po’ più a fondo la T5-R: scalo in 2°, imposto la curva e, tempo di tornare sul gas Marco mi confida, indicando col dito un terrapieno all’esterno della curva: “Ecco, qua è dove ho sbattuto con tutte le auto che ho avuto. Ma tutte eh, sbatto sempre là, esco dalla curva e mi pianto...”. Inutile vi dica che questa affermazione, se da un lato mi ha fatto ridere di brutto, dall’altro mi ha portato a desistere dalle intenzioni più bellicose, maledicendo la sfiga che stamattina ha regalato pioggia dopo settimane di bel tempo. Quando però la strada si apre davanti a noi scelgo un rapporto “lungo” e affondo il gas, in 3° (buona per 190km\h, a quanto dice il proprietario), pronto a correggere eventuali sbandate. Il 5 cilindri si sveglia con un lontano brontolio, prima di entrare in coppia a circa 3000 giri\minuto ed iniziare a spingere sul serio qualche giro più su. L’accoppiata turbo + rapporto intergalattico dona una spinta sulla schiena costante e solida, tipo quando tuo padre ti spingeva mentre facevi i capricci per strada. A 5300 giri\minuto devo mollare, ma una cosa è certa: questo affare giallo fa solo finta di essere serio e posato, in realtà nasconde un animo ben diverso. Il test finisce in fretta e… non ho provato praticamente nulla, se non la comicità di Marco. Per fortuna (mia e di questo articolo) dopo la pausa foto/video il meteo migliora un po' e posso risalire per un altro giro.

Ha smesso di piovere e anche se l’asfalto è comunque un po’ bagnato, sembra molto meno insidioso di prima, quindi mi lascio andare un po’ di più. Non troppo di più: in uscita da una curva da 2° torno sul gas con troppa forza e le ruote tornano a slittare, con il contagiri che schizza al limitatore: ok, ho capito, caaaaalma. Cerco un approccio il più scorrevole possibile, così da non rendere le cose difficili e piano piano inizio ad entrare in sintonia con le caratteristiche della T5-R. Si scrive caratteristiche, ma si legge pause: il caro vecchio turbo lag, anche se non troppo troppo evidente, sul bagnato, resta il fulcro attorno al quale verte tutta l’esperienza. Non solo, anche lo sterzo è tranquillo e demoltiplicato, quindi ci vogliono input decisi ma al tempo stesso misurati per tirare fuori qualcosa dalla T5-R oggi. Però, una volta capito che la tenuta laterale c’è ed è solida bisogna solo sincronizzare l’arrivo della spinta con il momento in cui le ruote anteriori sono abbastanza dritte da gestire i cavalli. Siate frettolosi ed otterrete all’anteriore una grossa perdita di aderenza, siate pigri e resterete piantati in attesa che il turbo si svegli.

Freno prima di una veloce a destra, inserisco l’anteriore ed inizio a dare potenza con anticipo rispetto a quanto farei di solito, il 5 cilindri inizia a spingere e bang! quando fa sul serio ho le ruote quasi dritte e la Volvo parte come un Freccia Rossa, scavando in cerca di trazione ma senza mollare di un centimetro. Marco mi sfida: “Vai, fino a 6500!” e così tengo l’acceleratore schiacciato, facendo una traiettoria il più possibile rettilinea nella “S” appena accennata che stiamo affrontando. Il 5 cilindri spinge fino al limitatore, la 2° finisce, butto dentro la 3° il più velocemente possibile e la spinta riprende. Lo scarico si è scaldato e suona decisamente di più, mentre lo sterzo sembra molto più vivo tra le mie mani. Oh, è sempre un comando un po' sulle sue, ma con più velocità mi rendo conto che è perfettamente a tempo con il movimento calmo e sicuro della scocca ed al tempo stesso perfettamente accordato con l’assetto, che è morbido e mai cedevole. Le 4 ruote sterzanti (si, avete letto bene) regalano 6 gradi di curvatura alle ruote posteriori e con questo anche un'agilità che assolutamente non ti aspetteresti da questa grossa auto. Anzi, sul veloce si possono pennellare le traiettorie con molto meno sterzo di quanto immaginassi, e compressioni ed avvallamenti non sembrano mai mettere a rischio il contatto delle ruote con la strada.

Devo dire che se ci si mette a tempo con l’erogazione del motore turbo tutto funziona meglio: senza aggredire troppo le curve, ma lasciando “scorrere” la vettura, tutto diventa molto ma molto più sensato. La T5-R ora ruggisce tra la campagna e, anche con queste pessime condizioni atmosferiche, la Volvo Crimiello raggiunge velocità decisamente elevate. Io e Marco, che pure la conosce bene, siamo gasati. Forse Marco un po’ troppo: “Se vuoi stacchiamo il tubo che va alla wastegate e tiriamo fuori 300cv al volo...”. Ci rifletto un attimo, ma dopo l’ennesima sbandata di potenza devo dire di no, oggi non avrebbe senso. Magari però ci si rivede, che dici Marco? Il modo in cui la T5-R vuole essere guidata è perfettamente in linea con l’estetica e, in fondo, anche con la storia di questo modello ormai diventato iconico. E’ un’auto sicura di sé, così sicura da imporre le proprie regole: non portare troppa velocità in entrata, accorda i tempi del turbo con l’uscita di curva e poi lascia fare al 5 cilindri ed alla capacità dell’assetto di restare imperturbabile, a prescindere dalla velocità. Quando fai tutto bene la dinamica si trasforma da lotta per la trazione a fluido e soddisfacente scorrere giù per la strada. Potrebbe già essere abbastanza, non fosse che la T5-R, come premio per esserci arrivato (arrivato a capire di non maltrattare una grossa SW Turbo a trazione anteriore in entrata di curva, anche se adesso non sembra così difficile ...) tira fuori il regalo che non ti aspetti. E’ la qualità dell’erogazione del 5 cilindri: una volta “in spinta” suona, spinge e allunga, raggiungendo il limitatore con vero entusiasmo e raccontando questo crescere con una voce davvero spettacolare. I 1500 kg scarsi della vettura ovviamente aiutano: sembra un peso massimo, ma non lo è. Personalmente, sono più per le vetture leggere e agili, ma oggi provo una certa soddisfazione nel trovare il ritmo giusto e, una volta fatto, sentire la grossa station lasciarsi andare come una valanga color zabaglione. E’ ora di lasciare la Volvo, ma non prima di riportarla in officina, così mi viene un’idea ancora più 850 T5-R: caricare tutto lo Staff di Ruggine Magazine e goderci un’ultima accelerazione a pieno carico, tanto per sentire urlare altre 4 persone quando il 5 cilindri si lancia per l’ennesima volta a limitatore. Se ve lo chiedete, sì, ha funzionato, con almeno due di loro. Ecco, questa cosa con una Lotus non si può fare, ad esempio...

Considerazioni finali

Nella lista delle vetture che tutti amiamo, la Volvo 850 T5-R ha un posto tutto suo. Oh, è una Volvo turbo con un’estetica convinta e, nell’immaginario collettivo, un bel giallo acceso: come potrebbe non essere amata? Guidarla è stata una esperienza tutta particolare: l’onestà di quest’auto è incredibile. Non puoi obbligarla ad essere un lama o un'auto iper-reattiva, quindi c’è da adeguarsi. Quando però ci arrivi, all’improvviso, la T5-R inizia a regalare emozioni a piene mani. D’altronde, Babbo Natale viene da quelle parti, mi sembra di ricordare...

E fossi in lui, me ne andrei in giro con una 850 T5-R color Crimiello.

Marco e Maria ci hanno regalato una delle esperienze più divertenti e familiari da quando Ruggine Magazine esiste. Sono due persone appassionate e incredibilmente competenti, che amano le Volvo così tanto da andare in Svezia alla ricerca di pezzi di ricambio. Siamo stati benissimo, grazie mille. Se avete una Volvo non esitate nemmeno un secondo: contattate Rust But Fast subito, anche solo per conoscerli. Grazie ragazzi.

Rust but Fast Garage: Via della Praia 12a, Ferriera (TO)

Sito Web | Tel: +393910909858 | mail: rustbutfastgarage@gmail.com

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