- Soffio di Satana, un’auto dalla dubbia esistenza, almeno fino a pochi anni fa: l’Alfa Romeo 6C 2300 T di Gabriele d’Annunzio -

Amante del bene e del lusso, politico, poeta, scrittore, e tanto altro. Riassumendo, semplicemente parliamo di Gabriele d’Annunzio. No, non sono diventato matto e Ruggine Magazine non si trasforma in una rivista dedicata alla storia d’Italia. Infatti, la vettura in questione è l’Alfa Romeo 6C 2300 T, una vettura leggendaria che per anni è scomparsa nel nulla, facendo pensare che non sia mai esistita.

03 dicembre 2021 | scritto e pensato dalla mente malata di A.Picone |

Va bene, su Gabriele d’Annunzio si possono dire tante cose di cui non mai si conoscerà la verità, ad esempio la famosa leggenda legata all’asportazione delle costole per l'autoerotismo. Da tutto questo ci dissociamo e lasciamo perdere la questione per concentrarci su qualcosa di molto più interessante. Per questo, dobbiamo tornare al 1932 e focalizzarci sul tema di oggi.

Non so se ne siete a conoscenza, ma il "Vate" era, tra le tante cose, anche un appassionato di automobili. Il suo amore per l’automobile iniziò quando un certo Tazio Nuvolari gli presentò un'Alfa Romeo 6C 1750 il 28 Aprile 1932. In quell’occasione, si fermarono a parlare proprio sul predellino di quest’auto per diverse ore.

Gabriele d'Annunzio
La lunga chiacchierata tra d’Annunzio e Nuvolari
L'eleganza...
La bellezza...
La maestosità…
Dell’Alfa Romeo Soffio di Satana.
Tazio Nuvolari

Successivamente, oltre all’auto appena citata, si comprò una 6C 1750 GT, e una Isotta Fraschini, tutt’ora conservate al Vittoriale. Però, l’auto più famosa e con una storia decisamente più interessante, riguarda l’Alfa Romeo 6C 2300 T, prodotta in solamente due esemplari, soprannominata “Soffio di Satana” per la sua linea elegante e al tempo stesso leggera, proprio come una bella ragazza. Non a caso, è stato proprio d’Annunzio a definire la parola automobile di sesso femminile.

Come detto prima, la 6C 2300 T venne prodotta in soli due esemplari e allestita dalla Carrozzeria Touring su indicazioni specifiche del poeta. Sul lato meccanico l’Alfa montava un sei cilindri in linea dotata di un basamento a sette supporti di banco e distribuzione a doppio albero a camme da 2309 cc e 68 CV. Un motore di tutto rispetto, considerando che è stato realizzato da un mito dell’automobilismo: Vittorio Jano.

Vittorio Jano

Questo mito a quattro ruote non venne usato in prima persona dal poeta, ma bensì per far viaggiare in tutta Milano la sua ultima amante Evelina Scapinelli Morasso. Già, ultima amante. Di amanti ne ha avute parecchie. Il brano musicale Le donne di Fabri Fibra si adatta perfettamente alla passione di d’Annunzio. Si insomma, quella che recita “Mi piacciono le donne, le donne, le donne, le more, le bionde, le grasse, le tonde, top-model con due bombe…”. Lo so che la conoscete tutti (forse). Ma torniamo a noi. Inoltre, la sfruttò per i viaggi personali (la guidava un’autista), la maggior parte usata per andare a Verona per incontrare Arnoldo Mondadori, il fondatore dell’omonima casa editrice, nata nel 1907.

Stupendi.. non trovate?
Pure dall’alto, dimostra tutta la sua eleganza.

Dalla morte di d’Annunzio, il 1 Marzo 1938 – dovuta a una emorragia celebrale -, l’Alfa rimase al Vittoriale fino al 1946. Dopo di che, della vettura non se ne seppe nulla per oltre sette decenni, sembrava essere scomparsa nel nulla. Infatti, la 6C 2300 T venne venduta alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio. Dopo diversi anni, più precisamente nel 1963, venne acquistata da due fratelli di Castellanza, che utilizzarono la vettura solo per qualche rara occasione familiare. Ciò spiega il perché la vettura sembrava scomparsa completamente dal nulla, come se si fosse smaterializzata senza lasciare traccia. Almeno fino al 2017, quando venne messa all’asta e venduta per una cifra da capogiro: la bellezza di 430.000€ + IVA. Una somma di tutto rispetto. Tuttavia, essendo che questa vettura è stata considerata come un bene inalienabile del Vittoriale dalla Magistratura, è stata riportata a casa, ed è visibile a tutti presso il museo L’automobile è femmina gratuitamente.

Per fare riferimento ad una delle frasi più celebri del Vate, l’Alfa Romeo 6C 2300 T ha fatto della propria vita un’opera d’arte.

Come il suo proprietario, ha fatto della sua vita un’opera d’arte.

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