Opel adam s

- la piccola meteora -

”...I 150cv ci sono, anzi a dirla tutta sembrano anche qualcuno in più: nonostante i rapporti un po’ lunghini del cambio, il tachimetro non mente. Conosco questa strada e, dopo questo rettilineo leggermente in discesa, so che troverò un tornante destro abbastanza “infame” da meritare la comparsa in Gomorra. Quindi, con buon anticipo ma senza essere realmente conservativo, allargo la traiettoria per guadagnare qualche centimetro di percorrenza e poi freno con convinzione. La Adam S si “pianta” un po’ sul muso nelle primissime fasi, ma questa caratteristica non peggiora andando avanti con la frenata, neppure aumentando la pressione sul pedale come sto facendo adesso, regalando tantissima stabilità e sicurezza. E’ facile, intuitiva e apprezzo la risposta dei freni OPC…”

La Opel Adam S è entrata e uscita dai radar alla velocità della luce, facendo onore al fulmine che porta al centro dello stemma. Eppure è una compatta “vera” da 150 cv, peso contenuto e ottime credenziali. E’ ora di metterci le mani sopra!

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21 giugno 2022| scritto e pensato dalla mente malata di M.Carito | editato e corretto dal pensiero distorto di Gabry | Inquadrato, scattato, editato dalla mano mossa di Gabry

“Marco, abbiamo una Adam S in test”. Mmm. Fingi di sapere di cosa si parla: “Wow, bombissima!” Ora, so che la Adam è una Opel compatta dall’aria un po’ modaiola e che la S, di solito, è una lettera che contraddistingue la versione più... sportiva, appunto. Neppure scavando nella mia memoria storica composta dalle centinaia di riviste sfogliate nel corso degli ultimi dieci anni riesco però a ricordare altro. Non dico un test dinamico credibile, ma nemmeno dettagli tecnici o dicerie sul suo conto. Raschiando il fondo delle mie sinapsi mi sembra di ricordare che avesse qualcosa in comune con i prodotti del Gruppo Fiat (o FCA, o Stellantis, insomma nel modo in cui si chiamava nel 2014 il gruppo torinese), che è così compatta da rientrare nella categoria della 500 Abarth e che ha più o meno 150 cavalli. Apro Google, cerco “Adam S” e trovo le solite schede tecniche camuffate da prove (che noia…) e poco altro. Non un giudizio, poca tecnica, zero emozioni. Quindi mi inginocchio davanti alla libreria e cerco, tra le suddette riviste, se mi è sfuggito qualcosa: non ci crederete, ma, a parte un trafiletto, non ho trovato nulla. Cioè, di mezzi quali Kia Proceed GT, Morgan ThreeWheeler e Renault Twizy F1 sì, ma non della Opel Adam S. Ora, questo è strano. Sto per testare l’auto più inutile della storia o è semplicemente uscita in un momento poco fortunato? Zero appeal o solo circostanze avverse? Comunque, riporto ciò che ho scoperto nella mia avventura in stile “Marco Carito e la ricerca della Adam S Perduta”. Basata sulla Adam, la piccola “di lusso” di casa Opel, la S monta un motore 4 cilindri, turbo, da 1400 cc (di derivazione Chevrolet Cruze, pare…) buono per 150cv costanti tra i 5000 e i 5500 giri\minuto e 220 Nm tra i 3000 e i 4000 rpm. Il peso è di 1081 kg, quindi non male ma nemmeno un miracolo. Però porta in dote l’impianto frenante della sorella maggiore Opel Corsa OPC e la generosa gommatura tipica di quel periodo della Casa di Russelsheim am Main (giuro, si chiama così il paese…): pneumatici 225/35 su cerchi da 18 pollici, che con un passo di soli 231 cm e 172 cm di carreggiata regalano un’impronta a terra notevole.

Si nota che sto leggendo una scheda tecnica? Ho provato a fare di meglio, giuro. Apprezzate l’impegno…

Impressioni a ruote ferme

La Adam mi è sempre sembrata una vettura… barocca. Cromature, vetrature dalla forma particolare e colori accostati in modo ardito, una sorta di Mini Cooper ma meno gradevole agli occhi, se posso permettermi. Vabbè, ormai l’ho detto, ma non prendete male le mie parole: è comunque un prodotto che non ha paura di osare, il che, di questi tempi, è già un complimento. Sto girando attorno alla S di Giovanni da dieci minuti buoni e non riesco a decifrarla. Se da qualche metro di distanza appare come una bella auto, interessante nella sua carrozzeria ricca di linee e superfici tondeggianti e con quei cerchi davvero grandi in stile Hot Wheels, più ci si avvicina e più si notano parti meno riuscite.

Ad esempio, il modo in cui il vetro laterale si “fonde” con il lunotto, lasciando una parte otticamente non proprio “chiusa”, tanto da far sembrare il portellone quasi incollato lì a caso. Oppure quella sorta di “labbro” del paraurti anteriore, in stile Kermit la Rana. E’... strana, ve l’ho già detto vero? Eppure capisco dalle parole del proprietario che questa estetica originale è proprio il motivo per cui la si sceglie, sempre che tu sia uno dei pochissimi ad averlo fatto (perlomeno in versione S): non ce ne sono molte in giro e per alcuni è un fattore importante. Più la osservo, in particolare sulla strada secondaria che fa da set fotografico e percorso per il test, e più apprezzo le dimensioni compatte di questa Adam. E’ davvero piccola, una delle pochissime reali alternative alla Swift Sport ZC33S (la nostra prova? Eccola qua!) ed alla onnipresente 500\595\695 Abarth per l’accoppiata prestazioni-dimensioni. I cerchi in lega dalla forma “petalosa” (accademia della Crusca, giuro) sono impressionanti nella vista laterale e lasciano intravedere l’impianto frenante OPC di dimensioni considerevoli per il tipo di vettura. Il bianco della carrozzeria è perfetto per sottolineare le bombature dei passaruota anteriori ed i “tagli” di stile, tipo quella specie di boomerang che gira attorno alla maniglia della portiera, davvero originale. Stavo per dire qualcosa di non troppo bello sullo spoiler posteriore, che sembra “appoggiato” sulla linea come un accessorio aftermarket, ma Giovanni mi spiega che è un elemento studiato in galleria del vento e che effettivamente genera deportanza. Sembra un giocattolo, vero? Giocattolo ma con numeri che, potenzialmente, potrebbero dare fastidio a qualche auto più adulta: 150 cv per 1050/1100 kg, a seconda dell’allestimento, non sono affatto male come biglietto da visita, al di là del suo aspetto modaiolo.

Apro la portiera e mi accomodo all'interno. Purtroppo questo esemplare non ha i sedili Recaro in stile Corsa OPC Nurburgring (qua la nostra prova), dettaglio che avrebbe cambiato completamente faccia all’abitacolo. Anche se, guardandomi attorno, forse non ci sarebbero stati un granchè bene qua dentro. Cioè, intendiamoci, adoro i Recaro e li avrei voluti sotto le mie terga anche oggi, ma il resto dell’abitacolo sarebbe forse un po’ fuori stile con un dettaglio così racing. Prendete il volante: sembra la versione rivestita in pelle bicolore e cromo dei “tau” in legno che gli scout portano appeso al collo, lo vedete anche voi? La strumentazione ha il classico layout Opel di quegli anni, con le cifre che “girano” attorno alla circonferenza degli strumenti perfettamente rotondi. Un pò muscle-car anni ‘70, se vogliamo. I sedili stock, comunque, non sono poi così male e stranamente sembrano avere la stessa taratura di massima dei Recaro, con le spalle abbastanza salde e la seduta un po’ troppo larga. La pelle bicolore di alcuni dettagli fa un po’ a pugni con il mio gusto personale, mentre la pedaliera, che sembra arrivare dritta dritta da un catalogo Sparco o OMP, mi piace, anche se corre il rischio di sembrare fuori posto. La seduta è alta, troppo alta, ma così riesco a intuire perfettamente il perimetro dell’auto e dove si trovano le ruote: questo aspetto oggi mi tornerà molto utile.

Su strada

Già, utile, perchè oggi ci troviamo su una strada stretta, con una sola traiettoria buona se si vuole spingere sul serio, quindi mi godrò al massimo la compattezza della S. Quantomeno, è quello che spero succeda quando inizio a sondare, a bassa velocità e in discesa, la Adam. La posizione rialzata, come da previsioni, permette di puntare esattamente il muso là dove desidero. E sì, la piattaforma così compatta si percepisce dal primissimo metro: sembra entrare ed uscire dalle curve in un unico “movimento” dello sterzo. C’è una vocina che, a proposito dello sterzo, inizia a sussurrarmi qualcosa, ma faccio finta di non sentirla. La "S" trasmette una sensazione piacevole: pur tenendomi lontano da ciò che il motore può fare sul serio, questa agilità dimensionale e la pura aderenza degli pneumatici sovradimensionati permettono di partire con un bel ritmo anche solo frenando poco in entrata e curando la traiettoria. Un’ottima palestra per imparare ad essere fluidi (si, sto parlando sempre di auto…).

Con la 3° dentro sondo la risposta del 4 cilindri che fino ad ora è rimasto silenzioso e in disparte. Wow, devo dire che le prestazioni non sono affatto male. In particolare apprezzo l’erogazione: spinge fino a 6000 giri\minuto con una pastosità ed una regolarità quasi (ho detto quasi) da aspirato, e non me lo aspettavo. Un plauso ai tecnici Opel: non hanno cercato nessuna “botta” di coppia insensata, buona solo per conquistare i ragazzini da semaforo, ma una curva di potenza fluida e senza buchi. I 150cv ci sono, anzi a dirla tutta sembrano anche qualcuno in più: nonostante i rapporti un po’ lunghini del cambio, il tachimetro non mente. Conosco questa strada e, dopo un rettilineo leggermente in discesa, so che troverò un tornante destro abbastanza “infame” da meritare la comparsa in Gomorra. Quindi, con buon anticipo ma senza essere troppo conservativo, allargo per guadagnare qualche centimetro di traiettoria e poi freno con convinzione. La Adam S, nelle primissime fasi di inserimento, si “pianta” un po’ sull'avantreno, ma questo non peggiora andando avanti con la frenata, neppure aumentando la pressione sul pedale come sto facendo adesso. Va in appoggio in modo sicuro. E’ facile, intuitiva e apprezzo la risposta dei freni OPC: eliminano la velocità in eccesso con una scrollata di spalle e anche se, come ho detto, la S non sembra un’auto che necessiti di forti frenate per curvare, è bello sapere che sotto al pedale centrale ho quattro buoni amici a forma di dischi. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, però, quella vocina di cui parlavo prima ha iniziato a farsi sempre più insistente, tanto che non posso più ignorarla. Il comando dello sterzo è di quelli… stupidi. E’ leggero, sconnesso, digitale, in definitiva ottimo per la Adam della sciura che guida tra l’aperitivo e il parrucchiere, ma un nemico del coinvolgimento in un’auto con velleità sportive. La buona reattività potenziale della Adam fa percepire questa mancanza con chiarezza sempre maggiore all’aumentare del ritmo: all’interno delle chicane veloci, per esempio, lo stacco tra ciò occhi e corpo ti dicono è in netto contrasto con quello che ti viene trasmesso attraverso i palmi delle mani.

Mi spiego. Approccio una curva ad “S” veloce, una bella sinistra-destra a cui si arriva con buona velocità e che permette, tagliando bene la prima, di affrontare la più impegnativa seconda con una traiettoria aggressiva da affrontare con i freni ancora premuti, in un tripudio di carico sull’avantreno. E’ una sezione in cui la sorellona Corsa OPC Nurburgring (ecco la nostra prova!) ha brillato, e devo dire che l'Adam, pur con qualche chilometro orario in meno di percorrenza, riesce ad affrontarla con aderenza e compostezza lodevoli. Posso sentire attraverso il fondo dei pantaloni il posteriore impegnarsi a fondo per mantenere il contatto con il terreno e la ruota anteriore esterna caricare il grosso del lavoro e tenere durissimo. Se mi concentro sulle mani, però, la percezione dello sterzo è sempre la stessa: leggero, sconnesso, come se ciò che sta succedendo non fosse proprio affare suo. Cioè, il suo lavoro è sì sterzare, ma lo fa solo per pagare il mutuo, non per passione. Tipo dipendente pubblico. E’ così leggero da nascondere facilmente un leggero sottosterzo o un carico della ruota anteriore esterna, tutte cose che voglio percepire chiaramente quando si spinge sul serio. Per la verità è un atteggiamento che l'accomuna alla sorellona OPC Nurburgring, anche se quest’ultima mitiga l’effetto grazie ad un assetto più rigido, una reattività migliore ed una scocca più comunicativa. Sterzo a parte l'Adam S è sicura di sé ma ho paura che tutta questa “serenità” in parte nasconda le sue reali potenzialità. Quasi come se tutto quell’estro nell'estetica celasse un animo timido. Sento la mancanza di elementi che facciano vibrare le corde dell’appassionato. Il suono del motore, ad esempio, non c’è. Un lontano rumore indaffarato, un soffio dalla turbina qua e là, ma poco altro. Vorrei più suono? Certo che sì. La risposta delle sospensioni è buona, in particolare sulle compressioni, ma è come se avessero deciso di puntare su una geometria dell’anteriore meno “vivace” di quanto si sarebbe potuto. In fase di inserimento c’è un piccolo ritardo, non aiutato probabilmente anche dal peso dei grossi cerchi in lega e degli relativi pneumatici, che diventa fastidioso nel momento in cui si cerca di limare sul serio la traiettoria. Una sorta di inerzia programmata che, altro piccolo grande difetto, non può essere corretta aiutandosi con il posteriore. Perché anche lui, esattamente come per la Corsa OPC Nurburgring, è tarato per non mollare mai la presa, se non facendo l’ignorante vero. Lo so perchè, in uscita da un tornante stretto in salita, lo faccio: in 2° affondo il gas, l’anteriore soccombe e perde trazione, colpo di sterzo e tolgo acceleratore. La Adam S smette di arrancare con le ruote motrici e il posteriore si risveglia per un attimo, scivolando e obbligandomi ad un filo di controsterzo con il Tau rivestito in pelle. Una manovra che non ha senso, ovviamente, ma sono qua per provare, giusto?

In percorrenza e frenata, dove invece qualche grado di scivolamento del posteriore sarebbe cosa gradita, la Adam resta inerte, composta. Matura, direbbero quelli del marketing, ma chi ha bisogno di una compatta da 150 cv matura? Cioè, non è una tipologia di auto che si rivolge proprio a chi, per questioni anagrafiche o meno, non si sente particolarmente maturo? Comunque mentirei se dicessi che non sono stupito da questa esperienza. Il ritmo che può tenere la S è molto buono e la si percepisce come un insieme di buone capacità: la frenata sicura, il motore potente e sfruttabile e l’adorabile passo corto regalano gioia e immediatezza. Il cambio è… così, senza infamia e senza lode, ma l’erogazione piena e la scarsa inerzia permettono di usarlo con parsimonia, quindi si nota poco. Con tutte queste cose in mente faccio l’ultimo tratto di test a fuoco, frenando fin dentro alle curve, inserendo la Adam senza ritegno e riattaccando il gas appena possibile. Purtroppo, così facendo la S si perde un po’ tra scivolate dell’anteriore in inserimento e mancanza di trazione in uscita. Con un ritmo più basso di paio di tacche la Adam torna di nuovo pulita, aderente e precisa. Ve l’ho detto che in fondo è un po’ timida, no?

Considerazioni finali

A fine test, dopo le impressioni “a caldo”, Giovanni mi chiede dove interverrei sulla sua Adam se fosse mia, nell’ottica di renderla più godibile. Cioè, dopo aver eliminato con la carta vetro tutte le cromature dici? Ottima domanda. E’ una vettura capace e insospettabilmente veloce ma talmente trasversale da confondere e, probabilmente, auto-confondersi. E' un'auto che cerca di essere troppe cose tutte assieme, una quantità di compromessi che si ripercuotono poi sulla guida vera. Capisco perché piaccia: è originale, una sorta di pensiero laterale rispetto alle classiche Abarth o alle meno solite ma un po’ irrigidite Swift Sport. Se siete davvero appassionati di guida, però, dopo un bel tratto di strada come questo potreste restare un po’ con l’amaro in bocca. Tornando alla domanda iniziale: non si può cambiare la scatola guida, quindi agire sugli angoli e le geometrie potrebbe migliorare la prontezza in inserimento. Forse. Ma per prima cosa adotterei cerchi più piccoli, da 17 pollici: i 18 sono davvero esagerati e forse il bilanciamento tra agilità e aderenza è troppo a favore di quest’ultima. Altro sinceramente non saprei, perché sarebbe più un lavoro di semplificazione sensoriale, una sorta di “liberalizzazione” dai vari filtri imposti da Opel. Sicuramente un po’ di sound in più non le starebbe male, un po' di vibrazione, di lato selvaggio. Per forza. L'Abarth è nettamente più estroversa, mentre la Swift ha nella guida e nella leggerezza il punto di forza. Sono scelte. Ciò che è sicuro è che su una stradina tecnica tutta curve, il terreno perfetto per auto come queste, la Opel Adam S non sfigura affatto.

Se poi siete stati scout, beh, a bordo vi sentirete ancora più a vostro agio.

Grazie mille Giovanni, è stato divertente!

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