ford fiesta st

- Non ci vedo più dalla fame...per fortuna c’è la Fiesta! -

Le compatte sportive come le abbiamo sempre amate sono ormai una rarità. Sono mezzi sempre più pesanti, rifiniti, comodi, automatici, a prova di mocassino. Propongono un’esperienza di guida talmente diluita ed imbolsita che vengono proposte oramai solo a 5 porte, nella stragrande maggioranza dei casi. Che facciamo, ci lanciamo tutti sulle Youngtimer? No, cioè, sì, ma aspettate un attimo. E’ rimasto ancora qualche raggio di sole che dirada la nebbia. Una di queste è la Ford Fiesta ST. Telaio agile, peso accettabile e posteriore ballerino: sono o non sono questi gli ingredienti perfetti per una compatta sportiva?

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08 febbraio 2021| scritto e pensato dalla mente malata di M.Carito | editato e corretto dal pensiero distorto di Gabry | Inquadrato, scattato, editato dalla mano mossa di Gabry

Pare che le nuove generazioni non sappiano scegliere. Più si va avanti e più si tende a volere tutto, anche a costo di ottenere il nulla. Questa mia convinzione non è la conseguenza di un pranzo particolarmente pesante, ma è venuta fuori analizzando l’offerta automobilistica odierna. No, non avete sbagliato pagina e non state leggendo un articolo della famosa rivista “Vecchi brontoloni”, ora vi spiego. Prendete ad esempio il segmento delle compatte sportive. Quali erano le caratteristiche che ci hanno fatto innamorare delle cosiddette “hot hatch”? Beh, direi semplicità, ottimo rapporto peso potenza e velocità. Insomma, auto che sulle strade sporche, strette e tecniche di tutti i giorni possono mettere in difficoltà i proprietari di auto ben più potenti e blasonate. Ma soprattutto: devono dispensare a manate divertimento & gioia per la guida. Velocità a basso costo, divertimento a buon mercato. E’ fantastico, o no? Si, lo è stato, ma siamo nel 2021 e pare che tutto questo non basti più. E quindi via di “compatte” sportive sempre più pesanti, automatiche, farcite di optional da limousine, 5 porte e ovviamente con prezzi più gonfi di Giuliano Ferrara con l’aereofagia. Inutile dire che anche su strada sono diventate poco più che goffi e costosi elettrodomestici, proprio loro che erano le paladine del divertimento sempre e dovunque. Ma dove sono finiti quei ragazzi che muovono i primi passi su compatte nervose, ludiche e incredibilmente toste? Ma dove andremo a finire? Ok, sono effettivamente pronto per la redazione di “Vecchi brontoloni”, lo riconosco.

In questo scenario di totale sfacelo della cultura automobilistica (la butto in melodramma alla Mario Merola, sperando che qualcuno si metta una mano sulla coscienza), c’è ancora qualche spiraglio di speranza. Uno di questi ce lo regala Ford con la Fiesta ST. E’ un modello ancora disponibile a tre porte e, almeno sulla carta, è un mezzo sviluppato per un comportamento stradale agile e tecnico, anche a costo di qualche spavento in più. Così, quando il nostro amico Graziano di StoreXtreme (te la ricordi la sua 127 Gr.2 Viola metallizzata? No? Clicca qui, faccio finta di non averti sentito) ci ha proposto una ST MK8 da testare, beh, mi sono gasato. “E’ tutta originale...freni a parte”. Mentre leggo questo messaggio di Graziano su Whatsapp già rido, perchè se un’auto è passata da lui, la modifica è sicuramente di livello. “Che ha fatto ai freni?” gli chiedo. “Ma nulla, abbiamo appena montato un kit che prevede all’anteriore pinze maggiorate a quattro pompanti e dischi freno baffati da 330 mm. Ora frena sul serio”. Una compatta con freni hardcore? Dove devo firmare?

Impressioni a ruote ferme

Ed eccoci qua, nella bellissima Val Susa, di fronte a lei. Wow, questo colore le sta benissimo, fa risaltare i dettagli e le nervature della muscolosa carrozzeria. A seconda della prospettiva da cui la si osserva, passa dal grigio chiaro opaco al metallizzato. “So solo che il colore si chiama Silver Fox... “ mi dice Fabrizio, il proprietario. Che ha 23 anni, quindi mi scuso con i giovani di oggi. Va beh almeno con lui, non con voi dalle auto che parlano. Sarà per la foschia che si alza dai campi, sarà per l’umidità che nasconde la punta delle montagne attorno a noi, ma questa Fiesta non sembra aver voglia di scherzare. Le giro attorno.

I cerchi grigio scuro a flange lucidate da 18 pollici si intonano perfettamente con il colore della piccola Ford. Le ruote sono a filo della carrozzeria, riempiendo bene i passaruota. Un po’ più del filo, in effetti: “Per montare le pinze freno ho montato dei distanziali, altrimenti toccavano sul cerchio…”. Quest’auto scoppia di salute. La ST ha un aspetto serio, maturo e non vuol sembrare più veloce di quello che è. Continuo a pensare a “I fatti contano più della parole” e no, non parlo di tossicodipendenti. E’ una affermazione che mi sta molto a cuore e che sembra perfettamente incarnata da questa Ford. La carrozzeria a tre porte oramai è una vera rarità e rende l’auto visivamente più filante e compatta. Persino il terminale di scarico, doppio e di dimensioni “credibili”, è sobrio e non eccessivo.

Il frontale a prima vista sembra il classico e un po’ banale muso della Fiesta MK8, ma se lo si osserva meglio si notano le enormi prese d’aria che fanno intravedere i radiatori dietro di loro. Mi piace e non lo nascondo perchè mi spunta l’ormai classico sorriso da pazzo. E’ cattiva senza essere cafona, sobria senza essere noiosa. Ci pensa la scritta “FORD PERFORMANCE”, che troneggia sulla fascia parasole, il laccio traino Sabelt che sbuca dal paraurti anteriore e le enormi pinze rosse a dare quei tocchi “Racing” al tutto. Esteticamente è una vera compatta sportiva: non eccessiva, non falsa, realistica. Fabrizio stamattina ci ha aspettato a fianco a lei, accesa al minimo. Il suono che fa la Ford è un pò così, come dire, banale. “Al minimo disattiva un cilindro per migliorare i consumi, in questo momento ne ha solo due in funzione…” Ok, ci sta, bisogna rispettare l’ambiente. Ma suona davvero come una...macchina spenta. Ti vedo confuso...sì parlo con te la dietro il display. Hai fatto il conto dei cilindri e non ti torna, vero? No, non ho sbagliato. Mamma Ford, nel passaggio tra la precedente Fiesta e quest'ultima, ha sostituito il precedente 1600 cc 4 cilindri turbo con un nuovo 1500 cc Ecoboost, sempre turbo, ma a tre cilindri. Stessa potenza di prima, 200cv, ma meno consumi e peso ridotto.

Non sono deluso da questa scelta, anzi, sono curioso di capire cosa può fare un moderno tre cilindri “sportivo”, però un po’ di grinta anche al minimo non mi sarebbe dispiaciuta. Salgo a bordo. I sedili Recaro mi accolgono affettuosi, stringendomi davvero forte e bloccandomi al mio posto. Cavolo, si parte bene, ma in verità è tutto qua. Il resto dell’abitacolo è poco personalizzato da “mamma Ford” e sembra quello di una qualsiasi Fiesta un pò accessoriata, con l'ormai indispensabile tablet che spunta dalla consolle centrale. Non è brutto, anzi, ma non è speciale. Ma quanta luce c’è qua dentro? Guardo su e mi prende un colpo. C’è un enorme tetto in vetro panoramico. Il mio pensiero va immediatamente al peso eccessivo posizionato così lontano dal baricentro dell’auto.

Scaccio i brutti pensieri e decido di compensare con una buona notizia. Guardo Fabrizio con lo sguardo più pietoso che riesco a tirare fuori: Ha su il Performance Pack con il differenziale autobloccante, giusto”? “Certo” mi risponde. Sospiro di sollievo, ora sto meglio, sei già il mio Fabrizio preferito.

Esco dall’abitacolo e mi tolgo la giacca, voglio “piantarmi” per bene nei sedili, impugno il volante dal bordo inferiore schiacciato e metto la retro. Uno sguardo agli specchietti e noto su di me la faccia interrogativa di Fabrizio. “Ha la retrocamera…” mi dice, indicando il tablet. Sospiro profondissimo. Ma che caz...

Su strada

Parto con calma, come sempre, seguendo a bassa velocità l’auto d’appoggio per le foto. La Fiesta ST continua a sembrarmi un po’ troppo tranquilla. E’ silenziosa, comoda, pacata. Ma che ne è stato del rumore, della “tensione” che si sente, anche a bassa velocità, sulle vere auto sportive? Fabrizio è stato così gentile da incontrarci quest’oggi nonostante abbia fatto la notte a lavoro. A questo ritmo, il rischio di farlo addormentare c’è: avanti ed indietro a 40 km/h dietro all’auto di Beppe per le foto di rito. Per fortuna ci sono io e la mia goffaggine con l’impianto frenante della Fiesta. Il “bite” iniziale è fenomenale e ogni volta che premo per rallentare quasi inchiodo, con tanto di teste che ballano tipo bambole a molla. Voglio vedere se così ti addormenti, Fabbrì. “C’è anche il launch control…” mi dice dopo l’ennesimo brusco risveglio, tanto per ravvivare un po’ l’atmosfera.

Non mi va di stressare così tanto la trasmissione di un’auto non mia, ma capisco l’antifona: con la seconda inserita, a 40 km\h, affondo tutto il gas. L’ST serpeggia un po’ sulla strada fredda in cerca di trazione e parte in avanti con una spinta decisamente robusta. Mi coglie di sorpresa. Inizio a sorridere ma la spinta si stempera all’improvviso, in modo chiaramente avvertibile, come se stessi parzializzando il gas. Arrivo comunque vicino alla zona rossa del contagiri, tanto per, ma è già ora di rallentare. Mmm...

La strada di oggi è la solita che usiamo per i test di Ruggine. Un bel nastro d'asfalto che si arrampica sulla montagna. Un tratto che inizialmente è aperto e veloce, poi si trasforma in accelerazioni e frenate decise quando arrivano i tornanti in serie. Freddo, asfalto sporco e curve di ogni tipo: dovrebbe essere il paradiso di ogni compatta sportiva messa a punto. E l’incubo di ogni vettura mediocre…

La prima cosa che voglio capire è se la sensazione sulla taratura dell’acceleratore che ho avuto in precedenza sia vera o se ho soltanto preso un abbaglio. Con 200 cv e così tanta gomma a terra parto sfruttando da subito tutta la spinta a disposizione. Il suono del motore, amplificato dal sistema audio dell’auto (Vecchi brontoloni, arrivo), è molto particolare. A regimi intermedi e pieno carico ha una voce strana, asincrona e sgraziata. Non esattamente un “bel suono” ma ha carattere, con qualche sbuffo proveniente dalla pop-off del turbo ogni volta che rilascio il gas. Fabrizio, la pop-off è originale? Lui se la ride e non risponde. A parte questo, a livello di decibel per il mio gusto manca qualcosa. Capisco la disattivazione dei cilindri, posso anche accettare (come sono democratico) l’anonimato quando si va a spasso. Quando però sfrutto tutti i giri del motore lanciandolo verso la zona rossa, il mio udito non dovrebbe essere parte della festa? Pare di no e dopo diverse accelerazioni purtroppo anche quel primo campanello d’allarme è rimasto acceso e suona tipo sirena dei pompieri. Mannaggia a voi, cari ingegneri che andate dietro a quelli del marketing.

Il comando dell’acceleratore è di tipo elettronico “fly-by-wire”. Non è questo il problema, ma la taratura sì.

Scatta in avanti come se l’auto fosse lanciata giù da una montagna, e purtroppo è solo un imbroglio. Se mantengo il pedale del gas a fondo, poco oltre i 4000 giri, la curva di potenza si plafona e resta costante. Non è assolutamente lenta questa ST, intendiamoci. Il punto è che con una risposta dell’acceleratore così decisa nel primo tratto di corsa del pedale, il resto dell’esperienza nel tirare una marcia è vagamente deludente. Per darvi l’idea, è come se una bellissima ragazza (o ragazzo, quello che preferisci) appena ti vede ti salta addosso vogliosissima e poi, quando ti scaldi tu, lei si tranquillizza e comincia prima a baciarti sul collo, poi accarezzarti le guance e per finire ti dà due pacche sulle spalle. Rimani un po’ così, con il colpo in canna, non so se mi spiego.

Appena arrivato a casa cerco i dati dichiarati da Ford per il 3 cilindri: ben 290 Nm costanti tra i 1400 ed i 4000 giri/minuto e 200 cv a 6000 giri. Ah ecco. Robusta coppia massima da poco più del minimo fino ai regimi intermedi, per poi calare in attesa della potenza massima, posta 2000 giri più su. Vi posso assicurare che quel buco alla guida si sente chiaramente. Tanta spinta, buco, potenza vicino al limitatore. Perchè? Perchè non spostare più in alto la curva di coppia? Cosa serve la coppia massima a 2000 giri? Che problemi avete? Che calmante devo prendere per non insultare l’anima dei defunti dei progettisti? I rapporti lunghi del cambio scelti da Ford non aiutano: la velocità massima dichiarata è di 232 km\h, non pochi per una vettura da 200 cv. E’ un vero peccato, davvero, perchè già in questi primi chilometri l’ST si dimostra decisamente convincente sotto tutti gli altri punti di vista. La posizione di guida è corretta, sono comodo e ben trattenuto dal sedile, anche se preferirei sedere qualche centimetro più in basso. Lo sterzo, anche lui elettronico, si rivela molto diretto, preciso e asseconda i lati che più mi stanno gasando della ST: l’inserimento e la percorrenza di curva. L’anteriore di questa piccola Ford ti legge nel cervello e si fionda sul punto di corda come se avessi appena visto 50€ a terra, con una velocità ed una sicurezza semplicemente impressionanti. Davvero, l’ST fa spavento per reattività e agilità. Questa Ford pesa 1250 kg, una massa buona per il periodo in cui viviamo, ma da come si comporta in curva sembra pesare decisamente meno. La sicurezza con cui l’ST affronta i cambi di direzione veloci mi impone di alzare il ritmo, giusto per non fare la figura del babbione. Fuori dai tornanti le ruote anteriori slittano cercando di scaricare a terra i 200 cv sviluppati dai tre amici della benzina la davanti. A dare una mano nel chiudere la traiettoria, dopo un attimo di incertezza, ci pensa San Differenziale da LSD. Arrivo in cima al nostro percorso, mi giro e torno giù per il secondo round. Se ve lo state chiedendo sì, per fare manovra ho usato gli specchietti, ignorando per protesta l’immagine della telecamera. Risvoltinati del marketing Ford, beccatevi questo. Ora che siamo in discesa il “buco” di coppia si sente meno, ma ciò che brilla fin dal primo tornante sono quei freni speciali: semplicemente cancellano la velocità senza alcun problema. “Prima, con l’impianto stock, dopo qualche pinzata decisa la forza frenante calava sensibilmente, così mi sono convinto e ho fatto questo upgrade”. Sì, sei sempre di più il mio Fabrizio preferito. Stiamo scendendo verso valle con un buon passo. Nel tratto veloce la Fiesta decide che è giunto il momento di farmi urlare di gioia. Davanti a noi sta per arrivare uno dei miei tratti preferiti: curva destra molto veloce e gobba proprio sul punto di corda, da affrontare frenando forte per essere pronti ad impostare una sinistra stretta, seguita da una destra veloce che sbuca su un lungo rettilineo. Appena sterzo e tocco i freni, l’ST si fionda a destra, incollando le ruote alla traiettoria e facendo volare pezzi di terra dal bordo della strada. Aumento la pressione sui freni e curvo a sinistra, la Fiesta sposta le inerzie in un attimo, le gomme anteriori scavano l’asfalto rovinato trovando una aderenza quasi magnetica, con il posteriore leggero ed in punta di piedi. Sgrano gli occhi mentre la curva a sinistra, molto impegnativa, svanisce in un attimo. Ora c’è solo l’ultima veloce destra prima del rettilineo. Oh, io ci provo, la faccio in pieno. Rilascio i freni e affondo tutto il gas, ben prima di essere inserito in curva, e sterzo verso destra. Di nuovo, le gomme anteriori scavano due binari, mi lanciano in traiettoria e mi sparano sul rettilineo successivo, con il differenziale che fa vibrare e strattonare un po’ il volante ed il posteriore che sembra ruotare attorno all’asse centrale dell’auto. Sono così euforico che scarico tutta la 3°, faccio finta di non avvertire quel c@zzo di buco nell’erogazione e poi freno a fondo per un tornante a destra. Ora si che ci siamo, la Ford sta volando ed il mio cervello spara enormi dosi di serotonina qua e là per il mio corpo. Il telaio carica l’anteriore di responsabilità, ma in qualche modo lui reagisce brillantemente, facendo presa sull’asfalto e riuscendo sempre a gestire un po’ di extra lavoro nel caso si voglia stringere ulteriormente la traiettoria. Il posteriore è leggero e sembra un timone, muovendosi lateralmente in accordo con lo sterzo per garantire dosi massicce di agilità.

Sono sicuro che, con un po’ di sana ignoranza su freni e gas, potrei farla sovrasterzare di brutto. Ora che ho più confidenza, affronto anche la zona dei tornanti con più decisione. L’inserimento è perfetto ma, quando torno sul gas, non riesco proprio ad evitare che le gomme anteriori slittino alla disperata ricerca di un po’ di grip. Non mi rimane che alleggerire la pressione sul gas per aiutare il differenziale. Ok, le gomme di questa ST hanno visto tempi migliori, l’asfalto è freddo e umido, ma la colpa è anche di quella maledetta taratura del gas. Per le trazioni anteriori scaricare a terra tutta la coppia dei turbo è sempre stato un problema, questo è fisiologico. Ma qua l’acceleratore è tarato per inviare una botta insensata di coppia e, per quanto il differenziale si sforzi, l’auto perde scorrevolezza, con il volante che si alleggerisce e strattona mentre l’LSD fa gli straordinari. Sembra che in Ford si siano impegnati per peggiorare le cose anziché renderle più semplici e migliori. Ritorno alla domanda precedente: perché? Con una coppia spalmata lungo tutto l’arco dei giri motore ed una risposta più naturale del gas, l’ST potrebbe essere ancora più efficace, modulabile e con una erogazione più appuntita, naturale e piacevole. Detto questo, quanto talento ha questa piccola Ford? Che dire della perfetta taratura dell'assetto, che sembra volare sopra la strada, rigido ma perfettamente composto? E quel cambio, sempre rapido e puntuale nell’inserimento dei rapporti? E dello sterzo brillantemente tarato, dalla risposta affilata ed un peso sempre coerente? Quei freni, poi, che provano a farmi volare via gli occhiali dalla faccia ad ogni staccata…

Siamo alla fine del nostro test. Guardo Fabrizio dalla faccia ormai assonnata e, colto da senso di pietà, gli restituisco le chiavi. ‘Notte.

Considerazioni finali

Mentre guardo la Fiesta andare via rifletto su questa esperienza. La piccola Ford trabocca di qualità: è brillante, focalizzata, tecnica, con un equilibrio estremamente malleabile ed una ricercatezza dinamica che la mette alla pari (per non dire sopra) a vetture ben più blasonate. E’ una vera compatta sportiva, una vera gioia da guidare. Purtroppo ha un problema enorme, almeno per me: il motore non porta quella gioia, quel divertimento che il guidatore si aspetta. Non si tratta del numero dei cilindri, né delle prestazioni, ma di come queste vengono sprigionate. Ve l’ho già detto (due o tre volte…) e non voglio essere ancora più ripetitivo, ma penso che il sistema sia stato messo a punto da persone che non amano davvero le auto.

Forse esagero (Mario Merola come maestro di vita) ma non riesco a spiegarmi come in Ford abbiano potuto approvare un’erogazione tanto insensata. Lo so, lo so, tanti motori turbo in vendita oggi sono così, ma questo non significa che lo si debba accettare. Assolutamente no.

Quindi, lunga vita alla Ford Fiesta ST, ma vada a zappare chi ha tarato il suo motore. Magari con un trattore che parte subito deciso per poi rallentare e rantolare per il resto della giornata. Così imparate.

Ah. Ho fatto le altre manovre della giornata usando la retrocamera di posteggio. Ma l’ho sempre guardata di traverso, borbottando frasi sconnesse.

Non si dica che mi piaccia farlo.

Un enorme grazie (ed un sogni d’oro) a Fabrizio per averci permesso di testare a fondo la sua amata ST.

Un’altro grazie gigantesco va a Graziano di StoreXtreme che, oltre a mandarmi di sabato sera i video di Fiat 127 che girano a 12.000 giri, ci propone continuamente mezzi fantastici. Portate le vostre auto da lui per qualunque cosa.

Ci pensa poi Graziano a contattarci...

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