- Gemera... Ge (dare) mera (di più) -

“A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di passare una domenica pomeriggio all’Ikea per “fare un giro” o per completare l’arredamento di casa. E spesso noi maschietti ci andiamo perché obbligati dalle nostre dolci metà, contro la nostra volontà. Ed eccomi qui, con una busta blu gigante appesa alla spalla carica di oggetti che non ho idea di come ci siano finiti dentro, un po’ spaesato e penso alla Svezia. La stessa che ci ha impedito di partecipare all’ultimo Mondiale di calcio, sembra quasi un girone infernale pieno solo di dispiaceri ed atroci sofferenze, perché sta busta pesa!

Ma qualcosa di positivo in Svezia esiste? Ebbene sì e per noi appassionati di motori ha nome e cognome: Christian Von Koenigsegg!”

30 aprile 2021 | scritto e pensato dalla mente malata di Baffo | editato e corretto dal pensiero distorto di Gabry

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di passare una domenica pomeriggio all’Ikea per “fare un giro” o per completare l’arredamento di casa. E spesso noi maschietti ci andiamo perché obbligati dalle nostre dolci metà, contro la nostra volontà. Ed eccomi qui, con una busta blu gigante appesa alla spalla carica di oggetti che non ho idea di come ci siano finiti dentro, un po’ spaesato e penso alla Svezia. La stessa che ci ha impedito di partecipare all’ultimo Mondiale di calcio, sembra quasi un girone infernale pieno solo di dispiaceri ed atroci sofferenze, perché sta busta pesa! Ma qualcosa di positivo in Svezia esiste? Ebbene sì e per noi appassionati di motori ha nome e cognome: Christian Von Koenigsegg! Tranquilli, oggi non sono qua per raccontarvi la storia della sua vita e perché si sia messo a costruire auto. A me basta che continui. L’ultima creazione, che andrà in produzione nel 2022, si chiama Koenigsegg Gemera. Voi direte “un’altra hypercar?”...no questa è una Mega-GT, praticamente un jet a 4 posti su ruote con prestazioni fotoniche. La linea esterna della vettura colpisce per la semplicità e l’essenzialità, infatti non ci sono appendici aerodinamiche particolari o tavole da surf messe a mò di alettoni. Semplicemente bellissima, mi vien da dire.

La carrozzeria e la monoscocca del telaio sono interamente costruite in fibra di carbonio, per avere la giusta rigidità e contenere il peso che arriva a 1850 kg. Osservando più attentamente la silhouette si può notare la sagoma dell’unica portiera lunga circa due metri, grazie al passo che arriva a 3 metri. Come sempre su Koenigsegg la portiera in apertura esce verso l’esterno e ruota su se stessa, lasciando spazio sufficiente per salire sul sedile anteriore o sul sedile posteriore a tutti gli occupanti. Sull’auto, infatti, non c’è il montante centrale.

All’interno dell’abitacolo troviamo 4 comodi posti a sedere completamente indipendenti e tutti i comfort delle auto moderne, come l’aria condizionata, i sedili riscaldati, il wifi e gli agganci isofix.

Sembra quasi un auto normale, anche perché monta un semplicissimo motore tre cilindri!

Esattamente come la Yaris GR, non sto scherzando, ed ha anche un nome, Tiny Friendly Giant “Piccolo Gigante Buono”. Un motore endotermico, quindi, 2.0 litri bi-turbo che riesce ad erogare la bellezza di 600 cv e 600 Nm di coppia. Io lo avrei chiamato Tiny Angry Giant “Piccolo Gigante Incazzato”.

Ma non finisce qui, perché questo gioiellino ha altri piccoli segreti. Ogni cilindro ha 4 valvole, due di aspirazione e due di scarico collegate direttamente alle turbine. La particolarità è nella gestione, dove la prima valvola di scarico è collegata alla prima turbina e la seconda alla seconda turbina. Il risultato è che la seconda turbina entra in azione solo quando c’è una richiesta aggiuntiva di potenza. Praticamente si passa dal single turbo al twin turbo in modo molto elastico. Come è possibile? Ma è semplice, non esiste l’albero a camme! Le valvole vengono azionate in modo elettronico, determinando anche la lunghezza dell’apertura e chiusura, grazie ad una centralina. Insomma, questo motore esce da ogni logica di “fase” e non esiste neanche il corpo farfallato. Semplicemente geniale.

Un altro dettaglio importante è il multi fuel. Si avete capito bene, su Gemera si può utilizzare come carburante bio-etanolo, metanolo, carburanti sintetici come il Vulcanol oppure, se proprio non ci sono alternative, la benzina. L’auto è in grado di gestire qualsiasi tra questi carburanti. Meno male che non utilizza birra o vino!

E dov’è incastonato questo gioiello di tecnologia che è il propulsore della Gemera? Appena dietro l’abitacolo in posizione longitudinale. Poi ci sono altri tre motori elettrici a supporto del 3 cilindri termico, per non farsi mancare nulla. Due sono montati sui semiasse posteriori e, grazie ad un sistema di frizioni multidisco, gestiscono la motricità delle ruote, simulando un differenziale autobloccante. Il terzo motore elettrico, invece, è montato direttamente sull’albero motore in uscita dal 3 cilindri. Dalla parte opposta è collegato ad un albero di trasferimento di coppia che finisce dentro ad un convertitore posto sull’asse anteriore. Anche in questo caso un sistema di frizioni ripartisce la potenza sulle ruote anteriori. Insomma, il sistema è stato studiato per dare trazione alle quattro ruote in modo quasi indipendente. Ruote che sono tutte sterzanti. Il cambio è monomarcia in presa diretta tipo grande fratello e viene regolato da un ripartitore di coppia. Tutto sto casino genera una potenza totale di 1700 cv e 3500 Nm di coppia. Forse un camion da cava arriva a valori simili. Le prestazioni sono un salto nell’iperspazio, perché parliamo di uno 0/100 coperto in 1.9 secondi ed una velocità massima di oltre 400 km/h! Volendo, si può arrivare a 300 km/h in full electric. Questa Gemera è l’anello di congiunzione tra il passato dell’auto che ancora ci appassiona ed il futuro che sembra essere veloce ma privo di emozioni.

Ultima note di merito, si possono caricare nel suo bagagliaio appena 4 trolley, quindi niente Ikea.

Perfetto.

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